di DANIELE MOSCATI –
Esiste una particolare tecnica cinematografica per creare film che, di certo, non è come tutte le altre in quanto possiede la caratteristica di sfruttare i videogiochi per creare film o, più precisamente, cortometraggi. Il suo nome è machinima. Prima di entrare in questo interessante universo è bene fare una breve introduzione.
La parola machinima deriva da tre parole concatenate: machine (macchina, ovvero la piattaforma che verrà utilizzata per realizzare il cortometraggio tramite computer, Playstation, Xbox); animation (animazione, visto che verranno animati personaggi, mondi ed effetti del gioco); cinema.
La tecnica consiste nel creare un cortometraggio, dentro al videogioco, videogiocando: il giocatore non dovrà fare altro che giocare normalmente, usando i comandi messi a disposizione dal gioco (“Andare avanti”, “Sparare”, “Parare”,). Il machinima utilizza motori grafici per il rendering virtuale in tempo reale in ambienti tridimensionali: in parole povere, vengono impiegate le stesse tecniche per creare computer grafica, applicate però ad un ambiente in tempo reale (il videogioco). Tutto ciò che verrà usato sarà puramente virtuale, inteso nel senso di tutto ciò che si può solamente vedere: non ci sarà nulla di concreto se non, per ovvi motivi, la piattaforma di riferimento.
Un po’ di storia
All’inizio il machinima non era considerata una tecnica cinematografica, ma una sfida in cui i giocatori dovevano completare un livello nel minor tempo possibile. La vera tecnica è nata per puro caso, quando nel 1996 un giovane decise di omaggiare l’uscita di John Romero dalla Id Software, casa di produzione di videogiochi, con la creazione di un video all’interno di Quake. Nel 2000 venne fondato il sito machinima.com, in cui era possibile trovare guide, interviste e articoli su questa tecnica. Il vero “boom” (in senso figurativo, dal momento che questa rimane una tecnica tutt’oggi di nicchia) lo ebbero nel 2005 con l’uscita del gioco The Movies, che permette di creare veri e propri film usando attori, scene, effetti speciali, apparecchiature, copioni, musiche interni al gioco. Ma non finisce qui, perchè offre anche una totale libertà al giocatore, i cui limiti sono soltanto l’immaginazione e il motore grafico. Oggi questa tecnica viene utilizzata anche da importanti aziende di comunicazione, per riprodurre scene che con le altre tecniche richiederebbero mesi e mesi di lavoro. Esempi: battaglie tra due eserciti, presentazione di città o di paesaggi naturalistici. I giochi più utilizzati sono soprattutto coloro che appartengono alla serie Gran Theft Auto, dato che hanno una vasta gamma di elementi sfruttabili e permettono di creare quasi tutto in totale libertà. Altri titoli che meritano di essere citati: The Sims 2 – 3 – 4, Garry’s Mod, Halo, Minecraft, Call of Duty: Modern Warfare 2, Rome: Total War.
In attesa di affrontare l’argomento dal punto di vista delle potenzialità e dei tecnicismi, posso tranquillamente affermare che questa tecnica cinematografica, se utilizzata a dovere, è una delle migliori poiché consente di creare quasi tutto con costi davvero molto contenuti. Due i problemi principali: l’elevata difficoltà di apprendimento e padroneggiamento, il limite tecnico imposto dal motore di rendering.