di MASSIMO CONSORTI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tramontata definitivamente l’epoca eroica (e molto romantica) degli articoli scritti con una Olivetti Lettera 22 in strada, oggi le esigenze del mondo giornalistico e dei giornalisti sono diverse, complicate, decisamente più “raffinate”, come stile e location.
Dovendo raccontare fatti e notizie, si avverte sempre di più l’esigenza di avere uno spazio in cui un articolo prenda forma seguendo (non inseguendo), la quotidianità con quel pizzico di creatività in più che fa la differenza, altrimenti saremmo tutti uguali. E per permettere all’intelligenza di ognuno di noi di seguire la strada dell’approfondimento consapevole, occorre che anche i luoghi dove questo processo avviene, siano il più possibile in linea con un giornalismo pensato e mai gridato e quella qualità sempre più assente dalla corretta informazione.
Per questo “Il Graffio”, ultima creatura nata nel variegato panorama dell’informazione locale e non solo, è andato a collocarsi in uno spazio fisico al centro di San Benedetto del Tronto, in due stanze più servizi che dessero il senso del lavoro che in quei metri quadrati si fa e del carattere di informazione di qualità che pretende di avere.
Allora non è un caso che la cura di questi spazi sia stata affidata a una interior designer che ha fatto dell’originalità e del buon gusto il suo mood professionale. Deborah Spinozzi, curriculum scolastico che va dal Liceo Artistico di Porto San Giorgio e termina all’Accademia di Belle Arti di Firenze, è stata l’incaricata della trasformazione di pochi metri in un grande spazio nel quale circolassero liberamente idee e proposte, informazione e comunicazione. Deborah è riuscita nell’impresa di allestire perfino uno studio televisivo dove rendere per immagini l’informazione che si vuole produrre, un piccolo miracolo visto che “odora” di umano anche uno spazio notoriamente asettico. La scelta dei colori, degli sfondi, dell’arredamento tanto essenziale quanto funzionale, è il frutto di sapienza ed esperienza, di quel modo di fare “rete” che oggi è fondamentale per qualsiasi tipo di lavoro, figuriamoci quello del giornalista. Ora è tutto pronto e se un giornale è anche un luogo per menti aperte ebbene, quello del “Graffio” lo è.