di MASSIMO CONSORTI –
Con tutto quello che sta succedendo, dalla vicenda kafkiana della Banca Etruria allo scudo fiscale di Trump per i fondi offshore ai fuochi d’artificio nordcoreani, noi ci occupiamo di cucina perché da quando impazzano i Masterchef in salsa nostrana, tutti sono diventati pericolosissimi gourmet. La televisione forma le coscienze e cambia i gusti della gente con la stessa frequenza con cui ci cambiamo un paio di calzini; tutto è veloce anzi, repentino, e star dietro alle tendenze risulta di una fatica spesso improba.
Avrete notato come a noi italiani il camaleonte fa un baffo. Da critici cinematografici quando esce un film a critici musicali quando c’è Sanremo, da provetti skipper nel periodo della Coppa America a commissari tecnici calcistici quando ci sono gli Europei e i Mondiali, siamo bravissimi a cambiare pelle, giacca e cappello e trasformarci nei sismologi di turno ogni volta che la terra si muove. Ma in cucina siamo imbattibili.
Avendo la sensibilità del palato simile a quella di una sella di cuoio di un cavallo bulgaro, diventiamo finissimi degustatori nelle occasioni in cui possiamo dimostrare di saperne appena un po’ di più del nostro vicino di tavola. Abbiamo assistito a scene esilaranti, banchetti nei quali si confrontavano scuole di pensiero e simil-tifo calcistico fra Bottura e Vissani, Rubio e Barbieri, Cracco e Cannavacciulo come se anche la cucina fosse stata trasformata in un campo di battaglia e i combattenti invece dei fucili usassero pentole, padelle e colapasta.
Poi, siccome siamo inarrivabili a prenderci in giro da soli, arriva un piccolo libro natalizio che trasforma lotte intestine culinarie in momenti di puro divertissement. Si intitola “Lenticchie alla julienne” e ne è autore quel genio della comicità intelligente che risponde al nome di Antonio Albanese. Il libro (Feltrinelli, 15 euro) è una colossale presa in giro ai fighetti del tavolo di ristorante, di coloro che, abituati a mangiare pane e cipolle per pagare le rate della BMW, diventano all’improvviso critici da Guida Michelin non passando manco dal Via.
È così che nascono ricette impossibili ma estremamente efficaci dal punto di vista sociologico e antropologico. Come definire altrimenti “Gabbiano in crosta con lenticchie alla julienne”, “Alghe sfericate all’alito di cernia”, “Polpette di licheni con corteccia al pesto”, “Piselli ripieni all’astice bipolare” e “Patè d’animo” per chi è stato lasciato dal compagno e dalla compagna e soffre come una bestia? A chi dovesse affrontare le prossime feste di Natale da solo o al massimo in compagnia del gatto, consigliamo questo libro. È utilissimo non solo per tirarsi su ma anche per rendersi conto di quanti pirla ci sono al mondo. Anche a Natale.