di ROSITA SPINOZZI –
Sono tanti gli uomini che amano la propria città, ma sono davvero pochi, se non addirittura unici, quelli che di questo amore incondizionato hanno fatto una ragione di vita al punto tale da dedicare l’intera esistenza alla comunità, diventandone un prezioso punto di riferimento. Il professore Antonio Giannetti – scomparso il 4 gennaio 2014 all’età di 74 anni, all’Ospedale Civile “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto – apparteneva decisamente alla “categoria degli uomini unici”. Generoso, intelligente, dinamico e con la battuta pronta per ogni circostanza, Giannetti ha lottato fino all’ultimo respiro contro il male che lo affliggeva da tempo, mettendo sempre al primo posto il grande amore che lo legava alla sua città natale, al fratello Mariano, alla cognata Elide e alla nipote Alessia.
Pertanto non c’è da stupirsi se la Città di Ripatransone, a distanza di anni, fa ancora fatica a riprendersi da questa triste perdita. Il ‘mitico prof.’, così come lo chiamavamo noi persone a lui più vicine, negli ultimi anni era titolare dell’Ufficio Turistico Iat e conservatore dei Musei Civici, e aveva alle spalle un passato di consigliere comunale e assessore negli anni ’70. Stretto collaboratore delle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni, Giannetti è stato anche presidente della locale Pro Loco, autore di numerose pubblicazioni di storia locale, giornalista corrispondente de Il Resto del Carlino, presidente della Corale “Madonna di San Giovanni” di Ripatransone con la quale, nonostante fosse stanco e sofferente, non ha esitato a esibirsi fino all’ultimo in occasione del tradizionale “Concerto di Natale”.
«Antonio Giannetti era un uomo eccezionale e la sua perdita lascia in tutti noi un vuoto incolmabile. Grazie alle sue opere di storico e di ricercatore, abbiamo potuto allestire in modo adeguato i nostri musei rendendoli fruibili ai tanti turisti che hanno visitato Ripatransone sotto la sua sapiente guida» affermò l’allora sindaco Remo Bruni, durante la cerimonia funebre «In qualità di presidente della Corale Ripana, Giannetti è stato artefice e anima di numerosi eventi, tra cui la prestigiosa Rassegna Corale Internazionale “Belvedere del Piceno” che ha portato il nome di Ripatransone e della sua cultura musicale in città italiane ed estere. Ora ci restano le sue pubblicazioni sulla storia della nostra città e sui più importanti personaggi che l’hanno abitata. Opere fondamentali per chiunque voglia continuare il lavoro di ricerca sul nostro territorio».
Nessuno stupore, dunque, se non era nebbia ma un velo di tristezza quello che, il 4 gennaio 2014, ha avvolto la Città di Ripatransone, addolorata per la scomparsa del prof.Giannetti che ha combattuto con grande dignità la sua battaglia contro il male del secolo. Sono tante le persone che ancora oggi ricordano questo piccolo, grande uomo, diventato per tutti l’emblema stesso della città che tanto amava. Una città alla quale ha dedicato ogni attimo della propria esistenza promuovendone la valorizzazione dei beni culturali, la vocazione musicale, l’arte, i Musei, le tradizioni, l’insegnamento.
Perché era Ripatransone stessa che Giannetti stringeva ogni giorno in un caldo abbraccio tutte le volte che, pieno di libri, appunti e scartoffie si aggirava con passo rapido nell’Ufficio Turistico Iat di cui era titolare. Da un punto di vista personale sono molto legata al ricordo del prof.Giannetti, a cui devo l’amore che provo per il Belvedere del Piceno e la conoscenza approfondita del territorio. Tanto che mi è impossibile pensare a Ripatransone senza di lui, in quanto Antonio aveva sposato la sua città.
Giannetti era un cronista attento, sempre presente alle manifestazioni civili, religiose, culturali e sociali della cittadina, durante le quali si teneva quasi in disparte per poi sorprendere tutti con la precisione dei suoi scritti. Sono certa che da lassù mi sta sorridendo, e mi chiedo se occuperà un posto in Biblioteca oppure nei Musei. Certo è che canterà nel Coro degli Angeli, perché lui amava talmente tanto la Corale ‘Madonna di San Giovanni’, di cui era presidente, tanto da considerarla una sua creatura. Di aneddoti da raccontare ne avrei moltissimi, ma preferisco conservarli nel prezioso scrigno delle memorie che mi legano a lui in modo indissolubile.
Credo, però, si possa tranquillamente affermare che Giannetti è “insostituibile”, in quanto nella plurisecolare storia di Ripatransone non esiste un’altra persona in grado di rappresentare l’aspetto più nobile di un’intera comunità, così come lui ha fatto attraverso la sua immagine e le numerose pubblicazioni di ricerca sul territorio. Non a caso il vicolo più stretto d’Italia oggi porta con sé il nome del Cav.Prof.Antonio Giannetti(1939-2014), grazie all’apposizione di una targa-dedica per ricordare l’uomo straordinario che nel 1968 lo “identificò, studiò e valorizzò, individuandone anche la funzione che svolge nel particolare comparto urbano della Città”. A farsi promotrice dell’iniziativa è stata la sezione locale dell’Archeoclub d’Italia che, nel 2014, ha posto in sostituzione della vecchia targa indicante il Vicolo più stretto d’Italia, un’analoga segnaletica con la dedica all’amatissimo concittadino Antonio Giannetti.
Ed ora mi piace pensare che i turisti che hanno visitato la città sotto la sua sapiente guida, ogni volta che torneranno, passando davanti al Vicolo, non potranno fare a meno di sorridere ripensando al “nostro” Giannetti. Il suo nome sarà legato in modo inscindibile a quel luogo, così come vivrà per sempre nei nostri cuori. Ed è con tutto il mio cuore che ho scritto questo articolo, con l’intento di rendere omaggio a un uomo straordinario che ha contribuito in modo determinante alla mia crescita culturale, professionale e umana.
Ciao prof., e grazie.