di REDAZIONE –
A tutti noi piace vedere un cane o un gatto in carne e pelo. Sono quelle rotondità che rifiuteremmo in un uomo o in una donna e che invece addosso al nostro animale di casa, fanno tanto dolcezza: l’esteriorizzazione della teoria del batuffolo.
Solo che l’essere sovrappeso non è un danno solo per gli uomini ma anche per gli animali. Recenti studi inglesi hanno messo in evidenza come l’eccessivo peso del nostro cane o del nostro gatto, rappresenti un handicap per loro pesante e che quando si verifica, la colpa è solo nostra e di quello che mettiamo nella loro ciotola.
Quindi, alimentazione sbagliata, cibi inadatti, mancanza di vitamine, grassi a gogò.
Due i rischi che gli animali domestici sovrappeso corrono. Il primo è quello dell’osteoartrosi, il secondo il diabete. Se c’è una buona notizia in questa sorta di bollettino medico da Arca di Noè, è che le malattie dovrebbero scomparire con il calo degli etti.
A tutto ciò si aggiunge che, per curare un animale in queste condizioni, occorre una vera e propria équipe composta da: veterinari, medici e psicologi. E si noti bene, il loro lavoro sul “paziente” deve essere compiuto in modo sincrono e interattivo. Ognuno di loro ha un ruolo specifico, rispettando in pieno quelle che sono le rispettive caratteristiche professionali.
Ci chiedevamo, sprovveduti, cosa servisse uno psicologo in questo team di esperti. La risposta ci arriva direttamente dagli inglesi: lo psicologo interviene direttamente nel rapporto uomo-animale. Manco Freud!