di MASSIMO CONSORTI –
Evidentemente sono altre le fonti a cui attingere per divertirsi. Paytv e webtv hanno iniziato a farla da padroni e il cinema, il caro, vecchio cinema, piange. Il discorso è complesso e non crediamo riguardi solo la diversificazione e la molteplicità delle offerte. Investe quel campo delicatissimo che viene definito comunemente “qualità” e sul quale si potrebbe aprire un fronte stile Linea Maginot, lunghissimo e noiosissimo.
Secondo l’Anec, l’Associazione degli esercenti cinematografici, la débacle del 2017 è dovuta principalmente alla mancanza del film di Checco Zalone e, in subordine, alla nuova performance di Paolo Genovese che lo scorso anno, con Perfetti sconosciuti, raggiunse la ragguardevole cifra di 17,3 milioni di euro. Zalone, con il suo Quo Vado, incassò la bellezza di 65,3 milioni e se consideriamo che il campione di incassi del 2017 è stato La bella e la bestia, con 20,5 milioni di euro, i dati finali sono presto interpretati. Gli unici film di casa nostra che lo scorso anno sono riusciti a entrare nella top 25, sono L’ora legale di Ficarra e Picone e Mister Felicità di Alessandro Siani.
Siamo all’affermazione totale del cabarettismo da avanspettacolo, perché di innovazione dell’ars comica non si può sicuramente parlare. Con un doppio salto mortale carpiato, siamo tornati al capocomico e alla starlette della compagnia che si presentava in abiti discinti sulla passerella, il segno inequivocabile dello sfacelo che certa televisione ha compiuto ai danni di cervelli tenuti svegli dal BigMac e dalla Coca Cola. Lungi da noi qualsiasi critica a chi, alla mezzanotte del 31 dicembre 2016, era in fila per vedere Quo Vado, ma queste file mostruose di ragazzi in attesa di farsi quattro risate, non ricorda quelle davanti ai MacStore per l’Iphone? C’è da dire che, forse, è meglio così. Per Zalone e l’Iphone le file sono ordinatissime, ci piacerebbe vedere se davanti a uno sportello delle poste o dal tabaccaio l’ordine sarebbe lo stesso.