di ROSITA SPINOZZI –
Arrivo subito al punto: non era necessario un sondaggio su Facebook per rendersi conto che l’85% dei cittadini di Colli del Tronto avrebbe detto no all’accoglienza, né tantomeno per far emergere alcune situazioni che, al contrario, dimostrano in termini concreti quanto siano stati accolti bene gli immigrati a Colli. Sembrerebbe una contraddizione, ma le cose vanno così dalle nostre parti, bisogna farsene una ragione. Certo è che l’idea del sondaggio generico lanciato dal sindaco Andrea Cardilli, in cui viene chiesto se è giusto accogliere rifugiati ha dato i suoi prevedibili risultati e non c’è da stupirsi se la brillante idea del primo cittadino non sia stata accolta con un’applauso, né tantomeno se altri politici abbiano preferito non intervenire sull’argomento. E non perché è “impopolare” farlo. Semmai è inutile. Il fatto che poi a Colli vivono tranquillamente otto immigrati nel capoluogo e sette nelle frazioni, senza mai aver creato problemi a nessuno perchè la maggior parte di loro ha un’occupazione, ebbene questo è un dato positivo che fa ben sperare. E non serviva di certo un sondaggio per portare a galla una realtà che vede queste persone sulla via di una sana integrazione, che va ben oltre l’accoglienza, in quanto va di pari passo con progetti e corsi di formazione a carico delle associazioni che le ospitano. In altre parole, non occorre tirare in ballo un dato negativo per dare luce ad uno positivo quando poi, tra l’altro, a testimoniarlo c’è una realtà oggettiva. Nella speranza che al primo cittadino di Colli non vengano in mente altri sondaggi analoghi, mi preme invece sottolineare quanto di positivo si sta facendo nei confronti degli immigrati. Il significato accoglienza, infatti, va inteso nel senso più ampio del termine, perché dare uno spazio a queste persone per poi abbandonarle a se stesse non ha alcun senso. Cardilli dice che il Comune di Colli ha aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che accoglie rifugiati, identificati formalmente e con progetti, limitando il numero delle accoglienze in base ai residenti. A Colli ci sono due rifugiati che hanno fatto un corso di formazione per diventare pizzaioli e, tra breve, avranno un lavoro che gli consentirà di lasciare la casa che li ospita e, di conseguenza, non saranno più a carico dello Stato. Polemica la posizione del sindaco di Colli nei confronti della vicenda di Spinetoli: “Non si può parlare di accoglienza quando in un’abitazione ci sono 40 rifugiati senza un obiettivo preciso. È normale che, prima o poi, troveremo persone in strada e che, con il passare del tempo, alcune potrebbero essere portate a delinquere. L’accoglienza deve essere responsabile, perché se dietro ad essa non c’è un obiettivo di vita allora equivale a un abbandono”. Il tema dell’immigrazione è centrale anche nella Regione Marche, considerata la dimensione che il fenomeno ha assunto negli ultimi anni e per l’importante ruolo svolto dai lavoratori non comunitari nel mercato del lavoro regionale. Le politiche migratorie sono complesse perchè comprendono molteplici aspetti, alcuni dei quali hanno un legame molto forte con la sfera dell’integrazione sociale e la collocazione dei cittadini stranieri nel mercato del lavoro. Andiamo incontro a una società sempre più multietnica dove, mi auguro, un giorno possano finalmente non esserci più barriere dettate dal colore della pelle e dalla nazionalità. Pertanto no al sondaggio di Colli, ma sì all’accoglienza consapevole che Colli ha riservato agli immigrati. Che il sindaco Cardilli prosegua il suo cammino volto a dare accoglienza, lavoro e dignità agli immigrati. E lasci perdere i sondaggi.