di EUGENIO DE ANGELIS –
VENEZIA – Si è conclusa ieri l’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo in Europa interamente organizzato e gestito da un’università. Nell’edizione che celebra anche i 150 anni dalla fondazione dell’Università Ca’ Foscari, molti sono stati gli eventi memorabili, a cominciare dalle masterclass dell’artista britannico Peter Greenaway e dell’animatore Disney Robb Pratt. Momento centrale dello Short rimane comunque il Concorso Internazionale che vedeva in gara 30 cortometraggi realizzati da studenti di scuole di cinema o università provenienti da oltre venti paesi differenti. A trionfare quest’anno è stato Mama – Mother, il primo cortometraggio dell’Uzbekistan mai presentato al festival, opera di due giovani registi di 23 e 26 anni, Abduazim Ilkhomjonov e Botir Abdurakhmonov, studenti dell’Uzbekistan State Institute of Arts and Culture. Il loro cortometraggio è ambientato nell’Uzbekistan del 1943, dove le donne di un villaggio rurale si trovano a dover accogliere gli orfani del fronte russo. L’opera si concentra su una donna in particolare che ha perso marito e figlio in guerra e che troverà, tramite i quattro bambini a lei affidati, la forza di continuare a vivere e ad assolvere al suo ruolo di madre.
La giuria che ha assegnato il premio era composta quest’anno da tre registi: l’italiana Roberta Torre, il giapponese Hiroki Hayashi e il polacco Marcin Bortkiewicz, i quali hanno decretato anche la Menzione speciale Volumina (per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come arte), andata all’opera d’animazione Astrale di Bérénice Motais de Narbonne che tratta la ricerca dell’identità, anche sessuale, di una giovane ragazza con l’abilità di lasciare il proprio corpo durante la notte per divenire una proiezione astrale. Il Premio Levi per la miglior colonna sonora, assegnato da una giuria apposita, è invece andato al cortometraggio della russa Vera Vodynski intitolato Parents Came to Me to Sri Lanka, nel quale il protagonista vive spensieratamente nello Sri Lanka, fino a quando l’arrivo dei genitori coinciderà con la mistica rivelazione della divinità locale Shamka e con una curiosa richiesta per il giovane. Altro premio del concorso internazionale è quello intitolato a Pateh Sabally, viene assegnato all’opera che meglio ha saputo trattare il tema della multiculturalità e dell’incontro che in questo caso è risultato essere A(U)N dell’indiano T.S. Prasanna che racconta l’incontro-scontro tra un fotografo naturalista e un indigeno della foresta, che cercheranno con difficoltà di colmare la distanza culturale e linguistica una volta che il primo si troverà in difficoltà.
Durante la serata sono stati annunciati anche i vincitori dei due concorsi collaterali ospitati dal festival: Untitled di Alexander Puga e Monica Matute ha vinto il Premio “Olga Brunner Levi”, dedicato a corti realizzati da studenti delle scuole superiori di tutto il mondo e aventi per soggetto la donna nella musica, mentre il Music Video Competition – dedicato a videoclip musicali realizzati da studenti di cinema o di università da tutto il mondo – è stato vinto da Oborri – Shine Your Light di Dritëro Mehmetaj.
La cerimonia è stata poi impreziosita dallo spettacolo di shadow art a cura di Carlo Truzzi, tra i massimi interpreti al mondo nell’arte delle ombre cinesi. Col semplice ausilio di un telo, di una fonte di luce e delle proprie mani, Truzzi ha infatti dato vita alle silhouette di personaggi famosi come Elvis, Einstein e Steve Jobs. In un festival di cinema non potevano ovviamente mancare ritratti di attori famosi: ecco quindi comparire sullo schermo i profili di Charlie Chaplin, Humphrey Bogart e Clark Gable. Come da tradizione la cerimonia si è conclusa con tutti gli studenti coinvolti nell’organizzazione del festival sul palco dell’Auditorium Santa Margherita per ricevere un meritato applauso, mentre la direttrice del festival Roberta Novielli ha salutato il numeroso pubblico accorso dando appuntamento all’anno prossimo.