di AMERICO MARCONI –
Nei mesi di marzo e aprile del 2018 la luna si mostra per ben tre volte in plenilunio. E nelle notti di luna piena un uomo affetto da licantropia può trasformarsi in lupo mannaro. Con rapidità gli cresceranno folti peli, lunghe unghia, grosse zanne, farà bava dalla bocca (complice anche la vicinanza dell’acqua) e diventerà pericoloso. Ululando alla luna tutta la rabbia per la sua diversità. Stupidaggini. Starà pensando il lettore meno avvezzo a certi racconti. Eppure quella che sto per narrare è una storia vera. Capitata ad un amico fraterno più di quarant’anni fa.
Piero, appassionato cacciatore, si è recato ad un raduno di caccia al cinghiale in un paesino dell’entroterra. Ha lasciato l’auto poco distante dal luogo convenuto, prende le sue armi: un fucile automatico e il suo revolver da usare solo in caso di estremo pericolo. Decide di tagliare attraverso un sentiero che ben conosce illuminato dalla luna piena, in basso s’ode il mormorio di un ruscello.
Ha raggiunto la metà del percorso tra l’erba umida e sta traversando un boschetto di giovani querce, quando sente qualcuno che sale. A grossi passi trascinati, col respiro pesante. Si ferma allarmato. L’essere continua ad avvicinarsi, si ode sempre meglio il rantolo che emette e d’improvviso sbuca dalle piante. Gli sta a una quindicina di metri. Il suo rantolo diventa quasi un grido mentre s’avventa contro di lui. Il caso vuole che inciampi e Piero, buttato il fucile, si arrampica su una querciola a un tre metri di altezza. L’essere sta sotto la pianta, emette forti suoni disarticolati e fa per salire.
“Fermati, fermati… o sparo” gli grida Piero e lui in tutta risposta inizia a rampicare. L’amico capisce che non può pensare oltre, deve far fuoco. Tira fuori il revolver e gli esplode contro uno, due, tre colpi… La Magnum 44 emette dalla canna deflagrazioni che sono boati e grossi lampi che illuminano, per brevissimi attimi, il volto dell’assalitore: peloso, con la bocca spalancata, grossi denti, bava schiumante. Poi torna il buio, col rumore del corpo che rotola lungo il pendio.
Il tempo perde la sua importanza, Piero è terrorizzato dall’idea di aver ucciso qualcuno senza aver capito bene chi sia ma solo che ce l’aveva con lui. Col sole alto, ancora tremante e sconvolto, scende. Cerca il corpo dell’orribile creatura. Trova solo tracce d’erba abbassata dalla caduta ma di sangue nemmeno un filo. Piange, contento di aver salva la vita e di non aver ucciso nessuno.
Di ritorno mi piomba in casa, ci chiudiamo in sala, dove racconta tutto. Chi poteva essere? Ci chiediamo. Lui propende per il lupo mannaro o forse… Per una creatura demoniaca. Abitavamo in quel periodo vicino ad una Chiesa e decidemmo di chiedere una benedizione speciale al nostro parroco, un sant’uomo. Una benedizione per lui che aveva vissuto la terribile storia e per me che avrei potuto viverla.
Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata