Un aiuto a quattro zampe

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

Perry è l’assistente molto particolare di un celebre poliambulatorio medico. É davvero prezioso perché, grazie a lui, per la prima volta il piccolo Sergio potrà finalmente usufruire delle cure dentistiche. Perché Sergio è un bambino autistico che non ha la capacità di gestire facilmente  il contatto fisico, l’intensità della luce sul volto, la paura, il dolore, lo stress. Però oggi c’è Perry, un cucciolo di carlino che, grazie all’addestramento ricevuto nel centro a cui appartiene, sarà presente per tutto il tempo della seduta. Resterà vicino al bambino, si metterà sulle sue ginocchia, si lascerà accarezzare, aiuterà il piccolo paziente a mantenere la calma e sentirsi al sicuro. La pet therapy (termine coniato per la prima volta dallo psichiatra Boris Levinson) è sempre più diffusa in Italia e ho visto coi miei occhi quanto sia valida. É un intervento sussidiario e di supporto che non sostituisce in alcun modo la medicina tradizionale, però l’arricchisce, coadiuva le cure e consente di ottenere risultati migliori in determinate situazioni. Vengono utilizzati solamente animali da affezione, alla presenza dei quali è dimostrato che nel paziente diminuiscono ansia e paure. L’intervento assistito fa stare bene la persona in difficoltà, trasforma il clima dell’ambiente circostante, infonde fiducia. Negli anni, si è rivelato efficace non solo coi bambini autistici o con sindrome down, ma anche con soggetti affetti da disturbi psichici e nei percorsi di riabilitazione fisica di adulti e anziani. Per le persone fragili è più facile fidarsi di un animale, perché non giudica, non rifiuta, non ha pregiudizi, non incute paura anzi, stimola sorrisi, riduce lo stato di stress, le ansie e le insicurezze.

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