Luigi Mercantini, lo spigolatore ripano

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Di prima mattina, andando a scuola a passo svelto, con un occhio al torrione e l’altro al selciato con pietrisco un po’ sconnesso, il giovane studente che tutti siamo stati giocherella con le parole, talvolta con le rime dell’ultima poesia imparata a forza e malavoglia. Tra le tante o le poche che restano alla memoria, di certo non è sfuggita  “Erano trecento, eran giovani e forti, e sono morti.” Chi non l’ha studiata? La spigolatrice di Sapri, storia in poesia della fallita spedizione che doveva favorire una rivolta antiborbonica, è nel curriculum scolastico di ciascuno e quel ritornello, davvero indimenticabile, l’abbiamo utilizzato in infinite varianti, soprattutto in veste ironica tra amici. C’è un collegamento tra questa poesia e il quotidiano Il Corriere delle Marche (quello che oggi è Il Corriere Adriatico)? E si, c’è. Il poeta della poesia e il fondatore del periodico sono la stessa persona, quella stessa persona che potrà vantare una conoscenza diretta con Garibaldi e che godrà della stima di Giovanni Pascoli. Parliamo di Luigi Mercantini, marchigiano di Ripatransone.
La piccola cittadina collinare nel piceno, silenziosa e mai invadente, con la sua immensa vista panoramica dai Sibillini all’Adriatico, chiamata infatti Belvedere del Piceno, con i suoi 4.300 abitanti e con un’estensione territoriale tra le più ampie della regione, ha dato i natali a molti personaggi. Tra questi, Mercantini ha un posto rilevante. Il suo curriculum è notevole e non solo come poeta o per i suoi inni patriottici. Sarà proprio Garibaldi a commissionargli il celebre Inno di Garibaldi che avrà grande risonanza ben oltre lo scopo e il tempo. Basti dire che, pur scritta nel 1858, prima dell’Unità d’Italia, avrà molta considerazione anche dopo e forse soprattutto, diventando popolare tra le comunità degli italiani emigranti, poi nel corso della prima guerra mondiale, infine anche tra i partigiani durante la resistenza.

Torniamo a Mercantini, ripercorriamone le tappe bibliografiche. Nasce le 1821 e a Ripatransone ci resta pochi anni che il padre Domenico, uomo di fiducia del vescovo, si trasferisce a Fossombrone, al seguito del religioso. É in quella città che Luigi cura la propria formazione intellettuale e letteraria, diventando poi docente di retorica ad Arcevia, appassionandosi alle tematiche patriottiche che lo porteranno in esilio per alcuni anni. L’esperienza lo fortifica e gli consente di fare scelte che, all’epoca, sembrano bizzarre, come diventare direttore di un periodico femminile, La Donna. E poi, l’amicizia con Garibaldi, i celebri inni e la fondazione del quotidiano marchigiano nel 1860. Ottiene la docenza all’Accademia delle Belle Arti di Bologna per Storia ed Estetica e prova l’avventura in politica, nel 1861. Viene eletto nel collegio di Fabriano per la Camera dei Deputati del Regno d’Italia (elezione poi annullata). Completa la sua carriera presso l’Università di Palermo, come docente di Letteratura. Resterà in Sicilia per sette anni. Dal 1872 è sepolto nell’antico cimitero monumentale del capoluogo siciliano, Santa Maria di Gesù, lungo la salita del Belvedere. Il caso vuole che in quello stesso cimitero c’è Enrico Albanese che è stato medico di Giuseppe Garibaldi e quindi piuttosto vicino anche a Luigi, per gli ideali patriottici, per il periodo storico e per la comune amicizia. Al Santa Maria di Gesù è sepolto anche Paolo Borsellino.

Me ne andavo al mattino a spigolare, quando vidi una barca in mezzo al mare …
… Con gli occhi azzurri e i capelli d’oro un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per mano, gli chiesi: «Dove vai, bel capitano?» …
La spigolatrice, nella narrazione poetica, racconta così il suo inaspettato incontro con i trecento patrioti e con il capitano Pisacane che ha un compito ardito e impossibile e che verranno tutti inesorabilmente sconfitti in battaglia dalle truppe borboniche. Era ancora il Regno delle due Sicilie. Ancora quattro anni e l’Italia vedrà  l’unificazione in un unico stato sovrano. La spigolatrice di Sapri raccoglie spighe di frumento, Luigi Mercantini è a suo modo spigolatore, nel senso di attento ricercatore, minuzioso e, si presume, curioso verso ciò che accade nel suo tempo così pieno dei semi di un futuro ricco di aspettative non sempre soddisfatte al meglio se viste con il senno del poi, da chi abita il terzo millennio così apparentemente lontano.

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