di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella mattinata di lunedì 11 giugno si è tenuta l’inaugurazione delle nuove comunità educative Famiglia Santa Gemma a San Benedetto del Tronto. Al taglio del nastro sono intervenuti il Vescovo della Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto S.E. Carlo Bresciani, il Vicepresidente della Fondazione Carisap Raniero Viviani, il Sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti, il Presidente del Gruppo Consiliare Regionale Fabio Urbinati, il Presidente della Cooperativa Sociale Casa Famiglia Santa Gemma Fabrizio Buratti, il Presidente della Cooperativa Sociale Ama Aquilone Francesco Cicchi, la Direttrice della struttura Rosanna Viviani, Elena Angelotti e Margherita Vulpiani che in passato si sono prese cura di numerosi bimbi con affetto materno. Durante l’open day delle comunità educative “Famiglia Santa Gemma” si sono intrecciate voci di ieri e di oggi per raccontare la natura solidale e materna di un luogo che ha infuso fra i sambenedettesi una radicata forma di devozione. Come hanno affermato le autorità presenti, la struttura ha ripreso a vivere grazie a una deferenza attecchita nel 1940 con don Francesco Vittorio Massetti e propagatasi nel tempo attraverso una collettività costantemente coinvolta. Ugo Foscolo diceva che l’aver fatto qualcosa in vita degno di essere ricordato dai posteri, rende immortali. Tutti coloro che hanno offerto il loro contributo per la rinascita delle comunità educative Famiglia Santa Gemma continueranno a vivere nella memoria di chi verrà accolto dignitosamente con il suo bagaglio di umane fragilità.
STORIA E NATURA GIURIDICA
La Rete di Impresa Santa Gemma – Ama Aquilone nasce dalla volontà delle due Cooperative di intraprendere un percorso di stringente e qualificata collaborazione finalizzata al rilancio di una delle più prestigiose e storiche realtà nel campo socio educativo della regione Marche e di ciò che la stessa ha autorevolmente rappresentato e rappresenta tuttora per il territorio sambenedettese. La storia della Casa Famiglia Santa Gemma inizia nel lontano 1940, quando un giovane sacerdote, don Francesco Vittorio Massetti, decise nella notte di Natale di portare al sicuro della sua dimora signorile cinque bambine “figlie della strada, della miseria generata dalla guerra, figlie senza più famiglia, infreddolite ed affamate”. Da quella pedagogia intuitiva iniziarono i primi progetti specialistici. Nel 2005 diventa una Comunità Educativa, gestita da personale non volontario e con competenze specifiche. Con il progetto “La Cittadella del Fanciullo”, fortemente sostenuto dalla Fondazione Carisap, “Famiglia Santa Gemma” si fa portatrice di una nuova progettualità, in cui possano convergere professionisti e volontariato, nel rispetto della tradizione e del suo fermento sociale.
Ama Aquilone, condividendo gli obiettivi e le strategie individuate dalla Cooperativa Santa Gemma Galgani, ha scelto di sostenere e supportare un percorso di forte collaborazione attraverso il quale è stata formata un’équipe di educatori, sono state costruite le procedure volte a garantire il rispetto delle normative, promuovere e sostenere le attività. Il programma di rete di impresa consiste nella gestione congiunta dinamica ed efficiente di una struttura che accoglie una Comunità Educativa per minori ed una Comunità Educativa per minori stranieri non accompagnati, entrambe dedicate a minori dal 12 ai 18 anni. L’intento è di consolidare un modello di collaborazione, oltre che un patrimonio di know-how fatto di esperienze e competenze articolate, per promuovere una strategia innovativa, che nasce con l’obiettivo della tutela dei minori, italiani e stranieri, allontanati dalla famiglia di origine.
MISSION
Nella consapevolezza di non poter/dover sostituire la famiglia di origine, la Rete di Impresa Santa Gemma – Ama Aquilone intende offrire ai minori accolti un ambiente protetto il più possibile aderente ad un modello relazionale e familiare funzionale. Le Comunità si presentano come una risorsa del/nel territorio, capace di progettarsi sui bisogni e contemporaneamente di promuovere forme di integrazione con i vari attori della rete sociale e del territorio. Rappresentano una tappa provvisoria, temporanea, finalizzata a sostenere adeguatamente il minore rispetto ai suoi bisogni di identificazione, di costruzione di individualità, di relazione, di appartenenza, di autonomia, di riservatezza: strutture di passaggio da situazioni di vita inadeguate al ritorno nella propria famiglia, all’inserimento di un’idonea famiglia affidataria (quando non sia possibile a breve il rientro nel proprio nucleo di origine), oppure all’accompagnamento verso percorsi di autonomia sociale, economica e lavorativa (per i ragazzi allontanati dal nucleo familiare o stranieri non accompagnati al compimento del diciottesimo anno di età) anche nella fase di uscita dal percorso comunitario o di sgancio dal sistema di presa in carico dei Servizi Sociali. La Comunità educativa pone le proprie basi su una metodologia fondata sui seguenti elementi:
- relazione educativa, affettiva ed autorevole con l’educatore;
- ambiente familiare (corresponsabilità e compartecipazione);
- valorizzazione della quotidianità;
- ambiente stimolante e propositivo;
- metodologia educativa attiva, dinamica, esperienziale (attività ludiche, ricreative, di servizio);
- valorizzazione del gruppo come risorsa;
- percorso scolastico esterno alla struttura;
- rispetto delle regole definite dal servizio con il coinvolgimento dei minori;
- attività mirate ed idonee ai bisogni di ciascun ragazzo;
- recupero delle risorse e funzioni genitoriali della famiglia del minore.
STRUTTURA
La struttura si trova a San Benedetto del Tronto ed è studiata per garantire sia spazi individuali personalizzabili, che ampi spazi comuni per condividere attività e tempo libero. Al primo piano è posta la Comunità Educativa per minori (ragazzi tra i 12-17 anni) con 5 stanze per ospitare 10 ragazzi/e, 1 stanza per l’educatore notturno e la lavanderia. Al secondo piano è posta la Comunità Educativa per minori stranieri non accompagnati che ricalca quella per minori: 5 stanze per ospitare 10 ragazze/i e 1 stanza per l’educatore notturno. Al piano terra sono organizzati gli spazi comuni (ufficio educatori, sala per attività e sala tv), mentre nel seminterrato ci sono la cucina, la dispensa, la sala mensa ed un’ampia sala per attività ludico-ricreative e di studio. La Comunità gode di un ampio terrazzo e di uno spazio all’esterno. La Comunità possiede i requisiti strutturali e organizzativi fissati dalla Regione Marche (L.20/2002) ed opera in conformità a quanto previsto dalle normative vigenti.
link della diretta video dell’inaugurazione:
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