di ROSITA SPINOZZI –
Per un numero sempre più alto di giovani il conseguimento della laurea oggi rappresenta non soltanto un traguardo, ma anche un’incognita per il futuro. Sono tanti i cervelli in fuga all’estero. Pochi, invece, i cervelli pronti a scandagliare le molteplici possibilità che possono nascere canalizzando il lavoro verso l’Italia. E non è difficile comprenderne le ragioni perchè sono sotto gli occhi di tutti. Ricordo ancora la festa di laurea di un mio parente, oggi promettente avvocato. La sua saggia e ironica nonna gli regalò un bellissimo orologio “per tenere sempre d’occhio lo scorrere del tempo” con allegato un biglietto in cui c’era scritta la frase “Benvenuto nel mondo dei disoccupati”. Sono passati parecchi anni da allora, ma la situazione generale è sempre la stessa. E non è un caso. I laureati sono disoccupati e mal retribuiti? Per fortuna non tutti, almento per quanto riguarda quelli dell’Università di Camerino. Nei giorni scorsi, infatti, il Consorzio AlmaLaurea ha presentato il XX Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, in occasione del convegno “Mutamenti strutturali, laureati e posti di lavoro”, presso l’Università di Torino. Nonostante il periodo di crisi che sta attraversando l’intero Paese, i risultati relativi all’inserimento nel mondo del lavoro dei laureati dell’Università di Camerino sono ancora molto positivi.
Il tasso di occupazione dei laureati triennali che non si sono mai iscritti ad un corso di laurea magistrale è del 68,4%, con una retribuzione media di 1.253 euro mensili, superiore all’importo medio nazionale. Ad un anno dal conseguimento del titolo, invece, il 71,3% dei laureati magistrali biennali Unicam è occupato e le performance occupazionali migliorano con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo: il 87,5% dei laureati intervistati a cinque anni dal titolo è occupato.
«L’indagine AlmaLaurea – ha dichiarato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – conferma la qualità dell’offerta formativa di Unicam, premiando gli sforzi e l’impegno dell’Ateneo. Da tempo infatti stiamo lavorando affinché la formazione dei nostri laureati sia incentrata sulle esigenze del mercato del lavoro, con confronti a tutto campo con il mondo imprenditoriale, sia nel nostro territorio che in ambito nazionale, nella progettazione e definizione dell’offerta formativa. I dati testimoniano ancora una volta che la laurea rappresenta un grande investimento per il proprio futuro».
Decisamente positivi anche i risultati sulla valutazione dell’esperienza universitaria e sulla soddisfazione espressa dai laureati. Il 91,9% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’88,6% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’80,8% dei laureati considera le aule adeguate. Più in generale, il 92,3% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 75,8% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo.
Sono dati circoscritti ad una singola realtà, certamente. Ma fanno ben sperare. L’Unicam dimostra ancora una volta di essere una realtà funzionante nel nostro territorio, una piccola “isola felice” in cui tutto sembra scorrere per il verso giusto. Non è così, purtroppo, per molti altri laureati. Per una volta, però, diamo spazio alle realtà positive anziché mettere in primo piano sempre quelle negative. E nonostante tutto iniziamo a pensare che, forse, alla fine del tunnel una luce la troveremo.
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