Piceno d’Autore parte alla grande con “Il bisogno di pensare” di Vito Mancuso

di ALCEO LUCIDI –

MONTEPRANDONE – Piceno d’Autore 2018, giunto alla IX edizione, si apre nel migliore dei modi con un grande successo di pubblico e, soprattutto, la presenza del prof. Vito Mancuso, filosofo e teologo di fama internazionale, opinionista e studioso di rango. Tema della serata, a cui si richiamava anche il libro scritto dal professore Il bisogno di pensare (Garzanti), è stato il rapporto tra scienza e conoscenza ricollegati all’uomo e alla verità. L’argomento farà tra l’altro da fil rouge per tutti gli incontri previsti in programma: da Chicco Testa a Giulio Giorello, Massimo Cacciari, Vicenzo Vagnoni per arrivare, il 30 agosto, a Umberto Galimberti. Mancuso esordisce ricordando il bisogno delle parole, dell’approfondimento del loro significato in senso filologico, per una maggiore coscienza di sé e come contributo alla formazione del pensiero. Tutti gli esseri viventi – argomenta il professore – sono soggetti alla pressione della vita (l’uomo non fa eccezione) e per uscire dall’impasse del fluire degli eventi è necessario che, attraverso le parole che creano senso ed organizzano idee per sistematizzare tesi e maturare ragionamenti, l’uomo definisca il proprio sapere (che è non solo semplice acquisizione di nozioni ma anche gusto per la conoscenza).

Dall’unione di questa innata spinta verso il conoscere e la scienza come insieme di cognizioni tecniche invalidate dal metodo della verificabilità e la sperimentazione fino a controprova – inaugurato da Galilei e Cartesio e giunto sino ai nostri giorni grazia a Karl Popper – «si ha la sapienza», continua Mancuso, anticamera della verità ricercata con buon grado di approssimazione dall’uomo e che non può darsi definitivamente una volte per tutte – «qual è la verità?» è il quesito di Pilato di fronte a Cristo – ma che è insita nei principi universali di giustizia, bontà, libertà di scelta, armonia dei rapporti. La verità ci interroga come per Pilato che non riesce a riconoscerla, pur intuendola, in un mondo sopraffatto dalla violenza dell’uomo sull’uomo. É ciò, in fondo, che ci riscatta come essere viventi e che fa sì che dall’homo homini lupus di Plato si passi all’homo homini deus di Spinoza.

In mezzo passa la linea d’ombra, sottilissima, del dubbio, che Mancuso distingue – incalzato dal pubblico – tra sistematico (negativo ed opposto alla verità) e metodico (costruttivo, di aiuto alla ricerca del vero, come controdeduzione della prova in un logica cartesiana). Nella realtà che ci ricomprende, caotica, destabilizzante, senza punti di riferimento dell’oggi, per Mancuso la purificazione della mente attraverso l’esercizio della conoscenza e la famigliarità con il senso profondo delle parole – nel piccolo prontuario che detta alla fine del suo libro e che cita ad esempio – è un passaggio obbligato a cui dovremmo sottoporci per non lasciarci facilmente assorbire dalle false sirene della propaganda post-ideologica e dell’egotismo post-moderno.

A conclusione della serata – alla presenza del sindaco di Monteprandone Stefano Stracci e del presidente della Provincia di Ascoli, Paolo D’Erasmo, presentata dall’avvocato Venieri e coordinata dal dott. Ettore Picardi, al foltissimo pubblico che riempiva la sala parrocchiale San Leonardo attiguo alla piazza San Giacomo, dove la manifestazione non ha potuto avere luogo per via delle condizioni atmosferiche – è stato offerto un buffet con specialità locali organizzato dal Ristorante San Giacomo e dalla cantina della country house “Il sapore della luna”. Prossimo appuntamento lunedì 2 luglio con Chicco Testa (presidente di Solgenia), introdotto dalla giornalista Rai Barbara Capponi.

Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata