di AMERICO MARCONI –
A casa nostra ogni paio di mesi passava Maria, una vecchina magra e piccola, che aveva il compito di controllare la presenza dell’invidia o, peggio ancora, del malocchio. Le sue strette labbra sorridevano sempre, e pronunciavano formule svelte a protezione. Io avevo16 anni ed ero agitato da “astratti furori”, a dirla con Elio Vittorini. A scuola non andavo molto bene, portavo i capelli lunghi e correvo come un matto in Lambretta. Per mia madre e Maria non c’erano dubbi: ero impossessato da qualche entità negativa. Dopo vari e vani tentativi, la mite Maria stabilì che doveva prepararmi un “breve”. Arrivò il giorno che dovetti appendere al collo il sacchettino di stoffa, non più largo e alto di due dita, sostenuto da uno spago. Per un paio di settimane lo indossai, poi finì nel comodino. Allora decisero di cucirlo nel mio materasso, mentre recitavano preghiere.
Passarono molti anni e infine, al cambio del materasso, ritrovai il “breve” che tutti avevano dimenticato e mi accinsi ad aprirlo in gran segreto. Conteneva una fogliolina di ulivo, un pezzetto di lievito, due granelli di sale grosso, tre chicchi di grano. Fin da allora capii che erano i componenti di un pane reale e simbolico. Augurio di abbondanza, pace, equilibrio e saggezza. La parola “breve”, come spiega Secondo Balena, deriva dal nome del lasciapassare rilasciato dalle autorità del Regno Pontificio chiamato “Litterae apostolicae in forma brevis”. Antropologicamente parlando è un amuleto: un oggetto capace di allontanare le influenze nefaste che minacciano la salute fisica e mentale della persona. Sulla costa ai componenti classici del mio “breve” spesso veniva aggiunta un po’ di sabbia, in collina qualche pelo di tasso.
Viaggiando in Oriente constatai che un sacchetto da appendere al collo con dentro formule magico religiose è molto diffuso. Soprattutto lo portano i pellegrini a protezione del loro viaggio; un viaggio che può durare mesi se non un’intera vita. Nel Buddhismo a volte c’è incastonato un piccolo Buddha e nei rigonfiamenti laterali foglietti con brevi formule. Ultimamente ho visto il “breve” di San Giacomo della Marca, nel suo Santuario di Monteprandone. Esso è la riproduzione di uno antico del 1500 e contiene un piccolo quadrato di panno e la scritta: “Sopra i malati imponi le mani e questi guariranno. Gesù, figlio di Maria, salvezza del mondo e Signore, per i meriti di San Giacomo Confessore, ti sia clemente e propizio. Amen.”
Una disgrazia, la malattia, la vecchiaia, la morte spaventano tutti e vorremmo proteggerci contro di esse. E se anche non fosse possibile, almeno a saperle affrontare con l’equilibrio e la saggezza che le madri hanno raccomandato nelle loro accorate preghiere.
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