di REDAZIONE –
ACQUAVIVA PICENA – Il progetto di arte pubblica Cracking Art continua a far discutere. E stavolta di certo non per una questione di gusto personale, validità artistica del progetto e impatto turistico sul territorio, ma a causa di uno “sfregio” che vede protagonista il mastio della Fortezza Medievale di Acquaviva Picena, monumento che risale al 1300 ed è l’emblema stesso del borgo collinare. Ad intervenire è il gruppo di opposizione di Acquaviva Futura, che lamenta la presenza di chiodi e bulloni utilizzati per fissare l’enorme striscione pubblicitario di Cracking Art che fa bella mostra di sé lungo il mastio.
«Era proprio necessario per promuovere questa installazione, già ampiamente pubblicizzata soprattutto grazie al volano della realizzazione in collaborazione con la vicina San Benedetto del Tronto, “massacrare” il mastio della nostra Fortezza puntellando le sue antiche mura di chiodi e bulloni per piazzare un mega striscione provvisorio che nel giro di pochi mesi dovrà essere rimosso?» affermano gli esponenti di Acquaviva Futura «Era proprio necessario “sfregiare” l’indiscutibile simbolo della nostra comunità per segnalare agli interessati il luogo dell’installazione? Non era davvero possibile trovare per la collocazione dello striscione degli sponsor una soluzione più adeguata e rispettosa della natura e dell’importanza del luogo che, tra l’altro, proprio l’installazione, tra le sue finalità, si pone l’obiettivo di evidenziare? Insomma, si ha la sensazione che anche quando ci sono delle buone idee (che, tra l’altro, non sono in nessun modo figlie di chi amministra) l’attuale amministrazione comunale riesca a metterci del suo per inserire la nota stonata e farla risaltare».
«Infine, ci piace concludere questo comunicato con una riflessione che guarda oltre l’esperienza di questa installazione, ma che da essa parte. – proseguono gli esponenti del gruppo – Vista la sinergia dimostrata in questo evento con la confinante San Benedetto del Tronto, sinergia dovuta anche a uno storico e naturale legame territoriale esistente tra le due comunità, ci domandiamo ancora di più che senso oggi abbia essere “costretti” dentro l’Unione dei Comuni Piceni con Monteprandone e Monsampolo del Tronto, quando, come dimostra appunto anche la promozione di questa installazione, il solo Comune che potrebbe davvero portare beneficio alla nostra Acquaviva non potrebbe essere che il Comune di San Benedetto del Tronto, per evidenti ragioni storiche, geografiche, amministrative e, non ultime, turistiche. Ci auguriamo, quindi, che la realizzazione di questo evento possa portare un po’ di buon senso anche nella futura programmazione politica della nostra attuale miope Amministrazione comunale».
Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata