di RAFFAELLA CIUFO –
Passeggiando sul molo di Mar del Plata può capitare di venire sorpresi dalle note di un veloce e allegro saltarello: un anziano di origini italiane che, con l’entusiasmo orgoglioso delle proprie radici, suona la sua fisarmonica, così solo per il piacere di condividere la sua musica con i passanti. E infatti, non a caso, Mar del Plata – località balneare, affacciata sull’Oceano Atlantico e situata circa 400 km a sud di Buenos Aires – conta la più grande comunità d’immigrati d’origine italiana di tutta l’Argentina e il Sud America. É città gemellata dal 1998 con San Benedetto del Tronto nelle Marche, regione d’origine maggiormente rappresentata all’interno della stessa comunità italo-marplatense, che ha contribuito in grande misura – nel corso di poco più di un secolo di arrivi e radicamento – ad una crescita esponenziale del numero di abitanti marplatensi.
Mar del Plata, anche chiamata la “Città Felice”, fu fondata nel 1874 e nel breve tempo del ventennio successivo, grazie all’arrivo della ferrovia, divenne un’ambita stazione balneare per l’élite di Buenos Aires. Contemporaneamente, sul finire dell’Ottocento, Mar del Plata rappresentò anche un’importante meta migratoria, soprattutto italiana, con provenienza da Lombardia, Piemonte e Veneto, a cui si aggiunsero dopo il 1910 anche le regioni del Centro e Sud d’Italia. E fino al 1950, l’emigrazione fu sostanzialmente maschile; in seguito giunsero anche le mogli e i figli.
Le attività lavorative, svolte dagli immigrati italiani, erano per lo più le medesime portate in dotazione dall’Italia. Gli uomini erano attivi nella pesca, nella lavorazione del pescato e nel suo commercio; nell’agricoltura e nell’edilizia. Mentre le donne o lavoravano in casa preparando acciughe per l’industria conserviera e tessendo per numerosi stabilimenti presenti in città; oppure erano attive nel settore alberghiero e turistico. Nonostante il buon inserimento degli emigrati italiani nella più ampia collettività marplatense, il patrimonio culturale d’origine venne preservato e tramandato alle generazioni successive, e ancora oggi si sente forte il legame intimamente identitario con l’Italia.
Diverse sono le affinità fra Mar del Plata (920.857 abitanti, popolazione che triplica nell’alta stagione) e la più piccola città gemellata di San Benedetto del Tronto (47.351 abitanti) nel contesto delle attività economiche: il turismo, la pesca, la lavorazione del pescato, la cantieristica. Ed è saldo e produttivo il rapporto di collaborazione ed interscambio intessuto fra le due città. Di Mar del Plata va ricordato anche che, a partire dal 1954, è sede del “Film Festival”, uno dei festival più importanti del Sud America. Una vocazione culturale che ha radici lontane, quando fra il 1920 e il 1930 Victoria Ocampo – la fondatrice della rivista culturale letteraria Sur – organizzava nella sua Villa, oggi trasformata in museo e centro culturale, salotti d’incontro fra intellettuali provenienti da tutto il mondo e del calibro di Igor Stravinsky, Jorge Luis Borges, Rabindranath Tagore.
In una città così centrata sul turismo, non si possono dimenticare le splendide e attrezzatissime spiagge dorate, che si estendono per una lunghezza di 8 km, e battute da vento forte per la gioia di surfisti e velisti. Spiagge amate anche dai leoni marini, insediatisi stabilmente con una ricca colonia nella pittoresca e vivacissima zona portuale e divenuti uno dei simboli della città.
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