Il Castagno dei Cento Cavalli e una cremosa dolcezza autunnale

di RAFFAELLA CIUFO –

Il Castagno dei Cento Cavalli non è il protagonista di una favola, sebbene il suo nome sia dovuto ad una leggenda. Ma è un castagno ultramillenario, da cui lasciarsi stupire alle falde dell’Etna, presso il piccolo Comune di Sant’Alfio. Nel 2008, per la sua vetustà e maestosità, questo castagno – certamente il più grande e antico d’Europa – è stato riconosciuto dall’Unesco come Monumento Verde, nominandolo “Monumento Messaggero di Pace” e a tutela di tale patrimonio sono stati di recente stanziati cospicui fondi per un’adeguata riqualificazione dell’area circostante. Questa magnifica opera d’arte botanica ha un’età compresa fra due e quattromila anni. Il suo fusto, cavo all’interno, ha un diametro di 22m, con ugual misura per l’altezza e una chioma proporzionatamente gigantesca.

Le prime notizie storiche su questo straordinario castagno risalgono al 1600 e sappiamo che, al suo interno, a lungo ha ospitato anche una piccola casa, come si può vedere a testimonianza in un dipinto (foto qui sotto) di uno dei più famosi Grandi Viaggiatori del XVIII sec., il pittore e architetto francese Jean Pierre Houël. In epoca successiva, il suo tronco e la sua chioma diedero riparo e frescura agli ospiti di fastosi banchetti organizzati dalla nobile famiglia dei Caltabiano, proprietaria del fondo fino al 1965, anno in cui l’albero fu espropriato e dichiarato monumento nazionale.

Dunque, un albero mitico, non solo per le sue dimensioni. Ma altrettanto come testimone di millenni di storia e, per questo, di grande forza evocativa da ispirare molti poeti e far nascere anche la leggenda che, probabilmente amplificando e arricchendo con la fantasia un accadimento reale, narra di un improvviso e furioso temporale dal quale la Regina Giovanna con tutto il suo seguito, composto da cento cavalieri, trovò riparo sotto la grande chioma del castagno, che da allora venne chiamato “dei cento cavalli”. Ci sono più versioni di questa leggenda. Una di esse identifica la regina in Giovanna II D’Angiò che – passata alla storia come personaggio controverso e chiacchierato – avrebbe ingannato l’attesa del ritorno al sereno trascorrendo al riparo del castagno un’intensa notte d’amore con ciascuno dei suoi cavalieri. Sulla scia di questa inclinazione edonistica, che accompagna la figura della Regina Giovanna, ci piace pensare che una “Dolcezza cremosa d’autunno” le avrebbe di certo procurato delizia.  Ed ecco qui la ricetta.

DOLCEZZA CREMOSA D’AUTUNNO

É una ricetta un po’ laboriosa, ma il risultato vale l’impegno.

Ingredienti : castagne 1kg – zucchero 250g – scorza di 1 limone – vaniglia 1 bacca  – acqua ca. 400ml – rhum 2 cucchiai – miele 2 cucchiai – cacao amaro 1 cucchiaino  – cannella 1 pizzico

Procedimento : lavare le castagne, metterle in una pentola, ricoprirle d’acqua, metterle sul fuoco portando ad ebollizione. Lasciar cuocere per 30min, quindi scolare e lasciar raffreddare // Privare le castagne della buccia e anche della pellicina interna, poi schiacciarle con una forchetta // Ora in una pentola mescolare lo zucchero con i semi del baccello di vaniglia, la scorza del limone e i 400ml di acqua. Mettere sul fuoco moderato e mescolare fino a quando lo zucchero si sia completamente sciolto.Togliere dal fuoco // Eliminare la scorza del limone e aggiungere la purea di castagne, già preparata // Rimettere la pentola sul fuoco, a fiamma bassa, per ca. 30min. Mescolare continuamente con un cucchiaio di legno e, a metà cottura, aggiungere il rhum e il miele. Poi, verso fine cottura, aggiungere anche il cacao e la cannella. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare // Quindi, con un frullatore ad immersione lavorare il composto fino a renderlo ancora più cremoso e la “dolcezza cremosa d’autunno” sarà pronta per essere gustata al cucchiaio, per essere conservata in un barattolo ermetico come marmellata da spalmare sul pane oppure per farcire altri dolci.

Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata

Il Castagno dei Cento Cavalli in un dipinto del pittore e architetto francese Jean Pierre Houël