I diritti spesso negati dei più piccoli e l’impegno della “Città dei Bambini”

di ALCEO LUCIDI –

RUBRICA “DRITTO E ROVESCIO”

Alceo Lucidi

A che punto siamo con l’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti? La domanda è d’obbligo per un bilancio necessario alla luce della Convenzione dell’Onu, rarificata da 196 stati, il 20 novembre 1989 e che ci apprestiamo a ricordare. Gli ultimi dati, che sono di fronte ai nostri occhi, non incoraggiano purtroppo all’ottimismo; né sono un sicuro appiglio per dimostrare che tutti quanti – nazioni, educatori, famiglie – hanno profuso le energie necessarie per garantire ai propri figli le necessarie tutele, insomma la protezione attiva, affettiva, formativa, giuridica di cui ogni singolo bambino perché non vada persa la speranza nel futuro ed offesa la dignità umana.

La Convenzione ebbe il merito – quasi vent’anni fa, a distanza di poco meno di un secolo dalla prima pronuncia del 1924 della Società delle Nazioni nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo – di ridare centralità ai minori  sulla base di quattro principi fondamentali (alla “non discriminazione”, al “superiore interesse”, prima ancora di ogni preminente esigenza economica, imprenditoriale, sociale, al “diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo”, per cui ogni stato aderente deve dare conto di quanto fatto perché ogni bimbo nasca e viva in un ambiente stimolante per la sua crescita complessiva, infine – buon ultimo –, al  “diritto all’ascolto”, forse decisivo, se non si vuole ridurre l’infanzia ad un facile pretesto per imporre il dominio degli adulti sui più piccoli.

La misera, la povertà che, come in un gorgo, crescono sensibilmente sono partoriti da queste visioni distorte, imposte dagli adulti senza assecondare i bisogni dei bambini, senza, in qualche modo, cominciare a renderli responsabili del loro presente e quindi del loro futuro, irrobustendo l’autostima, le insospettate, a volte, doti creative. La loro ingenuità e pulizia mentale che supera gli schematismi degli adulti dovrebbe essere messa al servizio della comunità. E invece l’infanzia è avvilita, con problemi spesso ingigantiti, o lasciati irrisolti, irriflessi, rispetto al passato. Sta di fatto che 220 milioni di bimbi vivono sprovvisti dell’affetto dei genitori (uno su dieci). Solo in Italia 1,3 milioni in condizioni di povertà e oltre 91000 sono vittima di maltrattamenti (fonti SOS Villaggi dei Bambini e Unicef). Senza contare le onde migratorie epocali che hanno portato nel nostro paese tantissimi minori non accompagnati (in tutto il numero dei dispersi, che chissà dove finiranno, sale drammaticamente a 18.000).

Il quadro impietoso urla giustizia e chiede un impegno totale di tutte la parti sociali in causa (oltre i già chiamati in correo anche le associazioni, i singoli cittadini volenterosi, insomma le tante coscienze distratte) per una risposta sul campo subitanea.

L’associazione “Città dei Bambini” di San Benedetto del Tronto, attiva sul campo ormai da diversi anni, ed organizzatrice di un importante evento sul bullismo intitolato “Smonta il bullo” – fenomeno in evidente crescita con ricadute anche nel rapporto con i docenti; è notizia di questi ultimi mesi l’aggravarsi dei casi di aggressione di studenti verso gli stessi professori con un ritmo annuo ormai di circa trecento casi, molti dei quali sommersi – ha il merito di ristabilire il giusto fuoco sulle questioni. L’iniziativa di domani 20 novembre, con inizio alle ore 10.30, gestita direttamente dall’associazione presso l’Auditorium di San Benedetto del Tronto e fortemente voluta dall’Amministrazione comunale, riproporrà in un’antologia le diverse edizioni teatrali sul bullismo che si sono svolte negli anni 2016, 2017, 2018, e che hanno visto la nutrita partecipazione di 1200 bambini delle scuole primarie del comprensorio (con i bambini spettatori e protagonisti). Partendo – come ha detto solo ieri Papa Francesco per i poveri in occasione della Giornata Mondale a loro dedicata – dal grido dell’infanzia rubata, sempre più forte e sempre meno ascoltato.


Copyright©2018 Il Graffio, riproduzione riservata