Blow Up, il Gruppo Aeoidos di Officina Teatrale porta in scena “Salomè”

di REDAZIONE –

GROTTAMMARE – Domenica 25 novembre il Gruppo Teatrale Aeoidos porterà in scena “Salomè” alle ore 17  presso l’Ospitale Casa delle Associazioni al Paese Alto di Grottammare. Lo spettacolo – inserito nell’ambito della 24° stagione culturale dell’Associazione Blow Up, intitolata Labirinti Familiari – è tratto da un testo di Oscar Wilde e si avvale della riscrittura scenica di Vincenzo Di Bonaventura che, nel ruolo di Erode Antipa, sarà affiancato da Daniela Agostini (Erodiade, moglie di Erode), Laura Piermartiri (Salomè, figlia di Erodiade), Simone Cameli (Iokanaan, il profeta), Lirim Gela (capitano delle guardie), Claudio Censori (un soldato).

É straripante quanto infantile l’enormità del desiderio di Erode, che blatera vogliosità sensuali e suggestionali, perché imbevuto di presagi e malinconici dubbi. Iokanaan ha visto Dio, secondo Erode, e ciò è sufficiente per il monarca per concedersi rigori idealistici e perplessità iconografiche; dal momento in cui Salomè ha accettato di danzare per lui, è implacabile quanto certa la richiesta di vedere la testa di Iokanaan su un piatto d’argento. Salomè è lo specchio di Erode. Salomè di Oscar Wilde è un autentico capolavoro.

Opera del 1891, originariamente scritta da Oscar Wilde in lingua francese e successivamente tradotta in inglese, in una prima pubblicazione risalente al 1893 con le illustrazioni di Aubrey Beardsley, Salomè fa rivivere il celebre episodio biblico di vendetta, lussuria e fatalità in un contesto di vero e proprio “labirinto familiare”: la relazione tra Erode Antipa ed Erodiade, già moglie del di lui fratello defunto, viene pubblicamente denunciata dal profeta Iokanaan come peccaminosa. Lo stesso rapporto tra Erode e la “figliastra” Salomè si colora di sfumature sensuali fino a sfociare nel crescendo della danza voluttuosa e quasi ipnotica. Una “famiglia allargata” certamente non tradizionale e foriera di scandali, drammi e forti tensioni, allora come sempre.

La parola all’Autore
Era il novembre 1891: Oscar Wilde, in soggiorno a Parigi, accarezzava il sogno di entrare nella letteratura francese in vista di maggior gloria: un Drame en un acte, l’argomento fu verosimilmente suggerito dalla lettura di “A rebours” di Huysmans, considerato il romanzo decadente par excellence. Essenziali per la scelta del soggetto e della lingua da usare furono il capitolo V, famoso per la descrizione di due quadri di Gustave Moreau su Salomè, e il capitolo XIV, in cui si citava un brano del poemetto incompiuto Herodiade del poeta di Parigi Stefan Mallarmé.

Secondo una testimonianza, Wilde stesso raccontò d’aver incominciato a scrivere il dramma nella sua abitazione parigina di Boulevard des Capucines, dopo una sera passata a parlare di Salomè in compagnia di un gruppo di giovani scrittori francesi, e di avere interrotto la scrittura a tarda notte. Fu allora, avendo riempito molti fogli di un grande taccuino, che uscì e andò al Gran Café:

“Quel Rigo dirigeva allora l’orchestra degli zigani. Lo chiamai al mio tavolo e gli dissi:  Sto scrivendo un dramma su una donna che danza a piedi nudi nel sangue di un uomo che ha desiderato e ucciso. Voglio che lei mi suoni qualcosa in armonia coi miei pensieri – E Rigo suonò una musica così selvaggia e terribile che tutti i presenti smisero di parlare e si guardarono con visi sbiancati. Allora tornai a casa e finii Salomè”.

L’opera fu rappresentata per la prima volta al Theatre de l’Oeuvre di Parigi nel 1896 e non fu un trionfo, ma da allora la Salomè ha conosciuto sempre più i favori del pubblico e della critica: Richard Strauss l’ha musicata nel 1905, il cinema ne ha dato numerosi versioni, compresa quella di Carmelo Bene del 1972.

Ingresso allo spettacolo con tessera-abbonamento alla Federazione Italiana Cineforum 2018-2019, rilasciata dall’Assocazione Blow Up al costo di 10 euro e che può essere sottoscritta velocemente all’ingresso, più biglietto del singolo spettacolo 10 euro.

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