di ENRICA LOGGI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella penombra della storica sala da tè, in un dialogo acceso con le sue pareti, si dispone in gran parte inedita questa rassegna pittorica, dove il mondo di Paola Ciarrocchi svela immediato ed elegante la sua multiforme ispirazione. L’ambiente del Flauto Magico si presta, al riparo della sua intimità, a dare spazio ad accenti nuovi, all’intreccio di storie che “magicamente” ricreano, nel senso dell’amicizia e dell’Arte, i loro punti fermi. I quadri si muovono dentro un linguaggio forte, dolcemente provocatorio. Sono saggi della vita di un’anima, che con candore riversa le sue note in un’esplosione di tinte, un rincorrersi dei colori (accesi, a volte violenti, sempre suggestivi) sulla tela nuda, come una fuga musicale. Gli sfondi descrivono, in una danza vertiginosa, il periplo della nostra pittrice, dentro la ricerca di una pace, mediata da una sorta di sazietà del colore, improvvisa nel dettato composito delle sue evocazioni, dove l’arte si incontra con una proposta di vita che la materia dei quadri suggerisce ed invoca. A volte la superficie si anima con l’aggiunta di oggetti incollati, quasi a destare una nuova rivelazione che si affacci alla tematica di Paola in una sorta di richiamo, rivolto a un cielo che arde nelle proposte dei colori e ci raggiunge con l’espressione di lei: spontanea, generosa, inedita.
Tra le tinte, spiccano il rosso e il blu, come in un sogno ad occhi aperti, l’anelito ad una bellezza che poggia qua e là mentre le forme si stemperano in profili astratti, lasciati lì ad incontrate la nostra amicizia, a prestare intero il nostro cuore.
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