di REDAZIONE –
L’iniziativa avrà luogo mercoledì 26 dicembre con scene che spaziano “Dall’anno zero alla contemporaneità”. In scena oltre 150 figuranti che daranno vita a venti quadri scenici –
COMUNANZA – Quest’anno il Presepe Vivente di Comunanza torna nella sua location originaria, il centro storico. Nel 2016 l’evento fu annullato a causa del sisma mentre l’anno scorso ha avuto luogo nel parco della Rimembranza, fuori dal centro abitato. L’edizione 2018 si svolgerà mercoledì 26 dicembre di nuovo nel suggestivo e tradizionale percorso all’interno dell’antico caseggiato, posto tra fiume e collina. Si potrà accedere alla rappresentazione a partire dalle ore 17 fino alle 20 circa. I contenuti e le novità di questa 40a edizione sono stati illustrati in una conferenza stampa dal consigliere comunale e provinciale Alberto Antognozzi e dal regista della manifestazione Marco Renzi, apprezzato esponente del mondo culturale e teatrale.
«Il presepe vivente si intitola “Dall’anno zero alla contemporaneità” – ha evidenziato il consigliere Antognozzi – come già avvenuto, a partire dal 2015, la rappresentazione della natività si arricchirà infatti di elementi scenici contemporanei con riferimenti alla cronaca e ad eventi sociali. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Comunanza, da “Comunanza Eventi” e dalla Pro Loco con la collaborazione delle associazioni locali. Saranno in campo oltre 150 figuranti, cittadini di Comunanza, ma anche persone provenienti da frazioni delle località limitrofe. Ciò che caratterizza questo presepe, il più longevo della regione Marche, è la forte partecipazione della comunità che interagisce con il pubblico. É importante – ha aggiunto Antognozzi – che la rappresentazione torni nel suo contesto naturale, seppure in un percorso ridotto con l’auspicio che, a breve, possa essere riqualificato tutto il centro storico dopo il terremoto».
La novità del contesto contemporaneo è stata ampiamente sottolineata anche dal regista Renzi che ha ricordato come “l’obiettivo degli allestimenti moderni è quello di promuovere una riflessione sugli angoli bui della nostra civiltà con l’augurio che possono essere illuminati dalla luce di speranza che il presepe irradia. La natività è infatti simbolo di rinascita universale per tutti i popoli indipendentemente dall’etnia e dalla confessione religiosa”.
Il regista è poi entrato nel dettaglio della rappresentazione. Il presepe sarà costituito da ben venti quadri scenici, diciassette di tipologia tradizionale e tre di impronta moderna, che si fonderanno in un percorso unico attraversato dal pubblico e momenti di interazione diretta con i figuranti. Naturalmente, non mancheranno le ricostruzioni degli antichi mestieri dell’epoca quali: il legnaiolo, la tessitrice, fino alle grandi scene collettive come il mercato e il censimento. Proprio, in Piazza Santa Caterina, i visitatori saranno invitati a censirsi con il “notaio romano” che regalerà ai bambini l’attestato di partecipazione.
I tre quadri contemporanei entreranno nella drammaticità della cronaca nazionale e internazionale. Si affronterà il tema del femminicidio con una via del centro storico tappezzata di scarpe rosse ed al centro una ragazza con stampato sul viso una mano rossa. Una installazione sarà dedicata alla problematica della migrazione con una grande valigia e un presepe in terracotta collocati in un mare di “stoffa azzurra”. Infine, le guerre che insanguinano il mondo saranno rappresentate da poster fermate da pietre con l’immagine struggente di Amil, la bambina yemenita morta di fame a causa del conflitto e diventata un simbolo di sofferenza.
Il momento centrale della rappresentazione sarà costituito dalla scena della Natività con protagonisti una coppia del paese sposata nel 2018 e numerosi figuranti intorno: angeli, pastori, magi a rendere omaggio al messia che viene al mondo. Appuntamento dunque al 26 dicembre con uno dei più antichi presepi storici delle Marche.
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