di REDAZIONE –
COLLI DEL TRONTO – Nella rotatoria di via Salaria è stato posizionato un carro agricolo, simbolo di Colli del Tronto, il paese dei Li Carrar. Nella mattinata del 15 dicembre il sindaco Andrea Cardilli ha inaugurato la rotatoria abbellita con l’antico mezzo che rappresentava il rapporto città-campagna nel sistema mezzadrile ed è il simbolo della storia dei carradori di Colli, artigiani costruttori di carri agricoli. Il carro è stato posizionato sulla rotatoria realizzata da Peppe Traini nel 2012, in cui è rappresentato nella sua completezza, il territorio di Colli del Tronto: la parte bassa, con pitosforo e lavanda, l’antica Salaria non asfaltata, con del brecciolino e la parte alta di Colli con piante di gelso, famose per bachicultura tradizionale, e le graminacee che rappresentano i campi di grano.
L’Amministrazione comunale e la Pro Loco, guidata da Marco Collina, ormai da anni, stanno lavorando al progetto di recupero della memoria di Colli. «La riscoperta delle antiche tradizioni – commenta il sindaco Cardilli – è un impegno irrinunciabile per chi amministra, soprattutto in un tempo colmo di incertezze come quello che stiamo vivendo. La tutela delle proprie radici aiuta una comunità a costruirsi un domani, un futuro dal volto più umano. A Colli del Tronto vivevano della famiglie che hanno basato la loro sussistenza sulla costruzione dei carri, quando non esistevano altri mezzi per spostarsi».
Durante l’inaugurazione sono state forniti diversi aneddoti di come venisse costruito il carro, con ben sette tipi di legni e quello di fico veniva utilizzato per i freni, perché pieno di linfa e morbido e faceva fatica a “lucidarsi”. Per i carri, come per le macchine di oggi, si doveva pagare un bollo che era una targa di legno dotata di un gancio per appenderla al mezzo. Pare che quando le autorità si accorsero che i contadini pagavano un bollo e se lo scambiavano tra di loro, li obbligò a inchiodare la targa al carro. La fattezze di un carro e la sua bellezza comunicavano la solidità economica del contadino.
La professoressa Olimpia Gobbi – che sta collaborando con l’Amministrazione comunale e la Pro Loco, per il recupero della memoria di questa tradizione – ha spiegato la funzione che hanno avuto i carradori nella trasformazione economica del territorio. «Quegli artigiani erano dotati di un intreccio manualità, competenze tecniche e senso estetico, che nel tempo abbiamo perso. – spiega Olimpia Gobbi – Il carro era il simbolo del mondo agricolo collegava le campagne alle città, il segno del ruolo importante che ha svolto la mezzadria per la società di allora. I contadini partivano dalla campagna con il carro pieno, per riempire le dispense e i magazzini dei centri urbani e ricevevano in cambio dei servizi fondamentali di professionisti bottegai e artigiani della piccola borghesia. Per favorire il loro passaggio è nato, nel tempo, un lungo fitto reticolo di strade che dai poderi salivano alle case padronali. Su quelle strade venivano piantate delle querce, per far riposare all’ombra le vacche da traino e i contadini si occupavano della manutenzione dei fossati, in cui era raccolta l’acqua piovana, che correvano ai margini delle strade».
«Ringrazio tutti gli associati della Pro Loco – ha commentato Collina – infaticabili nella salvaguardia degli antichi costumi e usanze. Un riconoscimento va anche alle ragazze del Servizio Civile, guidate da Loredana Caverni, per l’impegno e la passione con cui hanno contribuito alla riscoperta delle importanti tracce lasciate dai carradori di Colli».
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