Aldo e il gatto Helios, una storia dei nostri tempi bui

di AMERICO MARCONI –

Aid Abdellah, un clochard 56enne di origini francesi soprannominato Aldo, è stato trovato morto in una pozza di sangue sotto i portici di Piazzale Ungheria a Palermo. Il suo inseparabile gatto Helios, col quale aveva girato mezzo mondo, gli è rimasto vicino fino all’arrivo della Polizia. La bestiola stava ancora accostata al corpo di Aldo: era il loro modo di passare la notte per tenersi caldi, sotto teli e coperte di fortuna. Una coppia simpatica e gentile che non ha dato mai fastidio a nessuno, e viveva di quel po’ che poteva racimolare. Il portamonete di Aldo è stato rinvenuto a terra vuoto, accanto al suo corpo senza vita. Le indagini, soprattutto avvalendosi delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza, porterebbero a due minorenni uno dei quali di soli dodici anni.

Nemmeno due mesi fa pensatori e ben pensanti ebbero da ridire sulle parole di Umberto Galimberti, uno dei più grandi filosofi e psicanalisti italiani. Il professore definì la nostra società “ad alto tasso di psicopatia quindi non adatta a fare figli”. Specificando meglio che non siamo più in grado di fornire ai ragazzi delle mappe emotive, adatte a interpretare e vivere una realtà complessa come quella del mondo contemporaneo.

Dopo la triste notizia e la provocazione, torniamo al fatto di cronaca. Da perquisizioni sembra proprio che i due ragazzi sospettati siano gli esecutori del delitto. Quanto al gatto Helios è stato subito preso in cura dalla commessa Laura, che gli ha trovato un’amorevole sistemazione. Almeno lui, nella sua innocenza di animale e col suo nome bellissimo (Helios è il sole, il sole che vince le tenebre), tornerà a miagolare tranquillo. Facendo rivivere l’affezionato amico Aldo nella sua mente felina. I gatti possono questo e molto altro. Noi umani invece continueremo a brancolare nel buio labirinto del male e della cieca violenza. Una violenza operata da minori, addirittura per due spiccioli.

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