di ROSITA SPINOZZI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – C’è chi cucina per il piacere di farlo, chi per sfoggiare la propria creatività, chi invece lo fa considerandolo un vero e proprio atto d’amore. Lo chef professionista Francesco Poliandri appartiene decisamente a quest’ultima “categoria” e, dall’alto della sua esperienza e del suo modus vivendi che lo vede sempre in prima linea con interessanti progetti a favore della collettività, lancia quella che lui definisce una “provocazione”. Ma in realtà è un atto di generosità perché Poliandri vuole scendere in campo contro lo spreco alimentare trasformando i cibi “in esubero” in pietanze da destinare ai poveri e alle persone che vivono una fase di difficoltà economica anche temporanea. In altre parole, il cibo verrebbe presentato come se ci si trovasse in un autentico ristorante stellato e non in un “refettorio”. Ma non finisce qui dal momento che Poliandri, che sta già cooperando con altri importanti cuochi contro lo spreco alimentare, vuole mettersi gratuitamente a servizio di questo esperimento sociale. Pertanto è disposto ad organizzare, cucinare e fare da promotore all’iniziativa senza percepire alcun compenso. Il motivo è lontano da qualsiasi velleità, in quanto Poliandri afferma che “condividere un pasto buono, bello, sano e sostenibile è molto di più che cucinare, è un gesto dʼamore”.
Ma entriamo nel merito del progetto – nato con l’obiettivo di cambiare anche la mentalità delle persone sulle abitudini alimentari e sugli sprechi – per il quale lo chef ritiene necessario attivare locali in disuso, o già avviati, per offrire alle persone bisognose un pasto buono e nutriente, avvalendosi della collaborazione di cuochi professionisti. «Così facendo viene data la possibilità di combattere lo spreco alimentare attraverso l’inclusione sociale. – spiega Poliandri – Tutto ciò collaborando con supermercati, produttori, fornitori che potrebbero donare ingredienti inutilizzati con i quali, una volta “trasformati”, realizzare un “piatto super”. Per concretizzare questa idea occorre la presenza di chef professionisti pronti a cucinare con lo staff residente, mettendo a disposizione la loro creatività, il loro tempo e la loro conoscenza quali elementi fondamentali per trasformare gli “scarti” in piatti fantastici».
Poliandri aggiuge che si dovrà collaborare anche con tecnici, geometri e imprenditori per creare o trasformare gli spazi da adibire al fine di renderli funzionali, dando così vita ad un luogo caldo e confortevole in cui tutti possano sentirsi a proprio agio. «I piatti saranno serviti da volontari che, relazionandosi con i meno fortunati, avranno modo di interagire attraverso un saluto giornaliero e la conoscenza dei loro nomi, perché un semplice “ciao” o il fatto stesso di ricordare il nome di una persona, porta al raggiungimento di un altro obiettivo: il contatto umano attraverso l’ospitalità» conclude Poliandri, nella speranza di poter realizzare un luogo dove a primeggiare è il “povero”, quindi l’inclusione sociale – «Un luogo dove siamo noi a dare il benvenuto alle persone meno fortunate e dove ricostruire piano piano la loro dignità». Un obiettivo lodevole che vede al timone il noto chef Francesco Poliandri, nella sua dimensione non solo professionale ma anche umana. Realizzarlo non sarà di certo facile e le difficoltà sono oggettivamente tante. Ma una cosa è certa: il cibo di chi cucina con amore è e sarà sempre il migliore. A prescindere.
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