di REDAZIONE –
Urbinati: «Una testimonianza importante per non ripetere gli errori del passato in un territorio che sappiamo bene essere soggetto ad eventi sismici» –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Terremoto e ricostruzione, cosa imparare dalle vicende de L’Aquila del 2009 per non ripetere gli stessi errori ora che si è alle prese con le conseguenze dei più recenti eventi sismici del Centro Italia? Se ne discuterà sabato 18 maggio, alle ore 18 con Massimo Cialente, ex sindaco de L’Aquila, autore del libro “Una lezione mancata”, a San Benedetto, alla sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (Anmi), in viale Marinai d’Italia, 8/a al bar-pizzeria Pala a Prora, nell’iniziativa organizzata dall’associazione “Prua a Mare-Cacciatori di orizzonti” in collaborazione con “Incontri con l’autore”. A dialogare con Cialente sarà l’assessore alla Protezione Civile della Regione Marche, Angelo Sciapichetti, ed il capogruppo in Consiglio regionale, Fabio Urbinati, moderati dal segretario dell’associazione “I luoghi della scrittura”, Silvio Venieri.
Perché la ricostruzione de L’Aquila, a dieci anni dal terremoto, non è stata ancora completata? Cosa non ha funzionato, o avrebbe potuto funzionare meglio, nell’emergenza e negli anni successivi? Quale lezione trarre da questa terribile storia affinché nessuno debba più vivere esperienze così tragiche, e in gran parte evitabili, che invece in Italia si ripetono puntualmente? Questi gli interrogativi a cui si tenterà di dare risposta attraverso l’esperienza e le parole di Massimo Cialente, il sindaco del terremoto e dei difficili anni successivi, che parla per la prima volta, nel suo libro, da testimone d’eccezione, della tragedia di quei giorni e dei drammi, personali e politici, che ha vissuto.
«Una testimonianza importante per non ripetere gli errori del passato – commenta Urbinati –, in un territorio che sappiamo bene essere soggetto ad eventi sismici. Se è vero che ogni terremoto è diverso e non ci possono essere formule sempre uguali da applicare, è altrettanto vero che è possibile mettere in campo sistemi idonei affinché siano ridotti danni e conseguenze tragiche. Perché si possa essere in grado di rispondere con immediatezza ed efficacia ad eventuali futuri eventi tellurici».
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