di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –
Pluripremiato scrittore e straordinario narratore, autore di romanzi, saggi, testi teatrali tradotti anche all’estero, Stefano Massini ha incantato il pubblico di “Ama Festival” nella serata conclusiva a Castel di Lama con un monologo scritto e interamente dedicato al tema di quest’edizione intitolata “Facciamo che io ero un albero”. L’albero è una creatura che affonda le sue radici nella terra eppure mira verso l’alto, proprio come l’essere umano che da sempre prova invidia per gli uccelli e sogna di riuscire a volare da solo, con le proprie forze ed è proprio partendo dall’osservare l’albero che la narrazione spettacolare dello scrittore ha preso il via.
Dalla leggenda di Dedalo e Icaro all’esperienza de “Il Grande Nibbio”, la macchina in legno costruita nel ‘400 da Leonardo da Vinci che si proponeva di sfruttare l’energia prodotta dalla pedalata umana; dall’invenzione dei fratelli Montgolfier che nel ‘700 riuscirono per primi a portare l’essere umano in cielo sfruttando l’energia prodotta dal fuoco, fino al genio dei fratelli Wright che inventarono il primo aereo, passando per l’originale avventura di Kanèllos Kanellòpoulos, il campione greco di ciclismo che nel 1987 ha traversato il Mar Egeo pedalando sul Daedalus, un velivolo a pedali ultraleggero costruito dal Mit insieme con la Nasa, Stefano Massini ha fornito molteplici spunti di riflessione con quello stile unico e coinvolgente per cui è divenuto oramai celebre anche in Tv.
Viviamo nella dittatura del vincere a tutti i costi, ma non è detto che per vincere si debba per forza trionfare, ci si debba mostrare per come gli altri pensano si debba fare. La storia ci insegna che l’uomo, se vuole, può persino volare, ma a volte, per una persona, anche solo un passo è già una vittoria. Il trionfo è fenomenale, certo, ma non dimentichiamo mai le piccole vittorie e neppure le sconfitte, perché sono comunque tappe necessarie attraverso cui costruire la nostra strada.
«Oggi, nell’era social, se non hai un nemico, sembra che tu non sia nessuno. Il nemico serve a darci un’identità, è più facile dire io sono contro piuttosto che dire chi siamo realmente, cosa abbiamo da dire e da dare. – ha spiegato Massini – Ma non abbiate la facile convinzione che le insidie vengano da fuori, dall’altro, da ciò che è estraneo, perché la storia insegna che le insidie, spesso, vengono dall’interno, da noi stessi, da un nostro errore, da una sbagliata valutazione, o anche solo dall’eccessiva sicurezza».
Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata