di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La questione dello stoccaggio del gas a San Benedetto del Tronto è ormai arrivata ad un punto cruciale. Il ricorso presentato al Tar del Lazio dal comune di San Benedetto, che ha espresso una sentenza storica, ha fissato paletti ben precisi a tutela dei cittadini e del territorio circostante. Ha ribadito l’imprescindibilità del principio di precauzione di derivazione comunitaria, che nel caso della procedura non vaglia proprio i pericoli di natura geologica segnalati dagli INGV ma totalmente ignorati dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Il disciplinare dispone che quando sussistano incertezze o ragionevoli dubbi riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute, possono essere adottate misure di precauzione senza che sia dimostrata pienamente l’effettiva esistenza e la gravità dei pericoli e dei rischi connessi. Ha inoltre messo al primo posto la sicurezza della popolazione e l’ordinario svolgersi delle attività. Ha quindi affermato che sarebbe illogico da parte del Ministero dell’Ambiente ritenere valido uno studio, quello presentato nel progetto, ormai obsoleto alla luce degli ultimi drammatici accadimenti sismici, decretando di fatto la non validità del procedimento di VIA.
«Ci aspettiamo dunque che la richiesta di proroga, presentata da Gas Plus, non possa essere accolta proprio in virtù dell’invalidazione del procedimento, e che i Ministeri competenti provvedano a chiudere il progetto rigettandolo definitivamente» dichiara il Comitato Ambiente e Salute nel Piceno «Per ribadire questo concetto ci siamo incontrati con i capigruppo Consiliari per proporre un documento da approvare all’unanimità in Consiglio Comunale e da inviare ai vari enti interessati, nonché al Prefetto di Ascoli Piceno ed alla Regione Marche. Siamo soddisfatti che la nostra proposta sia stata accettata e che il documento sia stato approvato durante lo scorso Consiglio Comunale».
«Come già anticipato nel documento, – aggiunge il Comitato – oltre a confermare tutti gli atti precedentemente approvati dal Comune, tra cui la conferma di scendere in campo al fianco dei cittadini anche in sede giudiziaria e le varie diffide ai dirigenti Ministeriali, anche la richiesta ai Ministeri di chiudere il procedimento rigettando il progetto, con l’obiettivo finale che il giacimento in questione non rientri mai più tra quelli riconvertibili a stoccaggio perché non idoneo allo scopo. Stiamo attendendo che il documento sia inviato al più presto ai destinatari».
«Ci stiamo adoperando affinché analoghi documenti siano approvati all’unanimità dai Consigli Comunali degli altri Comuni interessati dal progetto – conclude il Comitato Ambiente e Salute nel Piceno – Questa importante azione, che invitiamo a condividere e rafforzare agli altri comuni interessati, sarà speriamo l’ultimo atto di una dura e impegnativa battaglia, sulla quale la città non indietreggerà fino a che non sarà scritta la tanto attesa parola fine”.
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