Ferragosto, tra storia e modernità. Il mito invisibile del contadino Marcus

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Marcus è un giovane rusticus, contadino romano, nel 16 a.C. Il lavoro nei campi è particolarmente duro nel mese di luglio, il sudore è copioso, ma lui si impegna parecchio, non si risparmia. Vuole finire in tempo, perché agosto sta per arrivare e ha voglia di godersi appieno la Consualia, il periodo di riposo e festeggiamenti dedicati a Conso, dio della terra e della fertilità. Per i rusticus è la parte più bella dell’anno, ricca di iniziative come le appassionanti corse di cavalli, ma non solo. Anche gli animali da lavoro, buoi, asini, muli, gareggeranno. E il lavoro viene lasciato alle spalle, almeno per un po’ di tempo. Marcus è contento anche per un’altra ragione. Il suo imperatore, Augusto, ha istituito da due anni una festa speciale, che si ricollega alla Consualia ma ne sposta il “baricentro”. È la Feriae Augusti e si festeggia il primo di agosto. Augusto è uno stratega moderno, un politico raffinato. Collega il periodo di riposo al suo nome. Le “ferie” si chiameranno augustali.

Ma si sa, tutto cambia nel divenire, ma non più di tanto. Il cristianesimo, così mal sopportato dagli imperatori dei primi secoli, diventa religione ufficiale dell’Impero nel 380, con l’editto di Tassalonica. Nel tempo, la Chiesa Cattolica farà un lento e deciso lavoro di restauro. Le feste, originariamente pagane, talvolta ancora più antiche dello stesso Impero Romano, diventano feste religiose, cambiando nome e motivazione. È così per il Natale come per la Pasqua. Ed è così per il giorno del Feriae Augusti che verrà spostato dal primo al 15 di agosto e si chiamerà Ferragosto. Festa religiosa quindi, anzi religiosissima: coincide con l’Assunzione di Maria che, per la Chiesa Cattolica, ricorre per l’appunto il 15 di agosto. Tuttavia, aldilà delle intenzioni e delle ufficialità, la festa di Ferragosto viene vissuta sostanzialmente in modalità laica. E certe antiche ricorrenze sono rimaste. Basta vedere i vari palii che ci sono in giro nel periodo agostano in tutt’Italia. Il più famoso: il celebratissimo, e conosciuto nel mondo, Palio dell’Assunta che si svolge a Siena e che richiama turisti d’ogni lingua.

Da precisare che la festa di Ferragosto ha grande rilevanza in Italia, ma meno in alcuni altri paesi, e praticamente nulla nella maggior parte degli stati. Gli aspetti laici e ludici hanno un’impennata negli anni venti del secolo scorso per un’intuizione del regime che inventa la gita fuori porta. Insomma, una mini-ferie per tutti, proprio per tutti, con i “Treni popolari di Ferragosto” che vengono proposti a prezzi molto bassi e con pacchetti turistici concepiti per la durata di un solo giorno o di tre giorni. Per l’italiano di scarse risorse economiche è stata un’opportunità nuova, quella di conoscere luoghi, usi e costumi che altrimenti non avrebbe mai visto e conosciuto. Le mete erano prevalentemente le città costiere o montane. Per molti, l’iniziativa rappresentava la prima vera occasione per visitare un luogo balneare e vedere una spiaggia. Sembra che vada ricollegato a questa iniziativa anche il cosiddetto “pranzo al sacco”. Visto che il viaggio in treno non prevedeva il pranzo, né le persone, mediamente, potevano permettersi il ristorante, le famiglie si portavano da casa qualcosa da mangiare, presumibilmente avvolto in un telo, a mo’ di sacco. Non era ancora tempo di zainetti.

In tempi moderni, nell’oggi, di certo non c’è l’eco della Cunsuelia o della Feriae Augusti, così come ai più sfugge la ricorrenza religiosa. Ferragosto è il simbolo della vacanza “a prescindere”. Sia che si è in ferie e in vacanza da qualche parte, sia che si resti nella propria città, Ferragosto è nell’immaginario di tutti. Un giorno speciale dove vengono organizzati eventi modaioli, culturali, concerti, giochi e tornei cavallereschi. Il mito invisibile del contadino Marcus, in qualche modo vive in ciascuno di noi anche se non lo riconosciamo. Il rusticus abbandona la sua tunica da lavoro e recupera quella che tiene solo per le occasioni speciali. Così come facevano i nostri nonni con i loro abiti della domenica. Forse provinciali, forse incolti e ingenui ma belli, nella loro voglia di godere il giorno, la festa, il ritrovarsi, il celebrare, il pranzare insieme.
Buon Ferragosto!

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