di ROSITA SPINOZZI –
L’epoca in cui viviamo è fortemente multimediale e tutto scorre al ritmo dei social, in una ridicola “battaglia” dei like che per molti – e per fortuna non per tutti – sembrano avere il monopolio sul reale gradimento di una persona. Ormai dobbiamo adeguarci a tutto ciò, ma non soccombere di certo a questa logica. Motivo per cui la mia ammirazione è spesso rivolta verso quelle persone che scelgono di sottrarsi a questo modus operandi, incuranti delle “conseguenze” in termini di visibilità, e proseguono per la propria strada in cui è possibile relazionarsi con carta, penna, sentimento, ideali, e soprattutto fiabe. Siano sempre benvenute le fiabe perché, oltre a farci sognare, hanno un valore educativo, stimolano la fantasia non solo dei bambini ma anche degli adulti che, a loro volta, alimentano lo “spirito fanciullino” di pascoliana memoria che è bene tenere vivo in ognuno di noi.
Pertanto la mia ammirazione va al prof. Antonio De Signoribus – filosofo, scrittore, nonché uno dei massimi studiosi di cultura orale – che continua a deliziarci con il suo ricco repertorio di fiabe popolari, tanto da essere stato più volte definito il Grimm marchigiano. Onore al merito. Pertanto, alla luce di queste considerazioni, si prospetta una serata molto interessante quella che, domenica 25 agosto alle ore 18, ospiterà il Museo Archeologico del Territorio, situato nel Paese Alto di Cupra Marittima. “Fiabe al Museo”, questo il titolo dell’evento, si svolgerà alla presenza del prof. Antonio De Signoribus, autore di numerose pubblicazioni sulle Fiabe Popolari Marchigiane pubblicate con successo dalla prestigiosa Newton Compton, alcune delle quali lette e interpretate da Walter Ferri e Benedetta Cappella, con un commento musicale della chitarrista Marina Verzulli. Ad allietare ulteriormente il pomeriggio, sarà un brindisi finale con i vini pregiati della Cantina La Fontursia di Ripatransone.
Le fiabe di Antonio De Signoribus, oltre che piacevoli narrazioni, sono anche documenti di cultura popolare, e come tali si possono osservare per scoprire il riflesso di situazioni del passato, usanze, superstizioni, pregiudizi e bizzarrie del passato. Ma non finisce qui, poichè l’autore le ha poste sotto la lente d’ingrandimento studiandole anche in chiave psicoanalitica e filosofica. Il risultato? Decisamente interessante. «Non si dovrebbero temere le fiabe della tradizione popolare perché sono catartiche e aiutano i bambini a crescere bene» spiega De Signoribus «Alcuni genitori le temono perché sono cruente, poi però fanno poca attenzione alla violenza di certe immagini televisive o ad altri mezzi di comunicazione. Quella sì che è una vera violenza e può davvero fare male alle giovani menti. Per dirla, poi, con Bruno Bettelheim, uno dei più importanti esperti di psicologia infantile, le situazioni delle fiabe, nel rispecchiare la visione magica e animistica che il bambino ha delle cose, i suoi stupori, le sue paure, i suoi desideri impossibili, esorcizzano incubi sepolti nell’inconscio, placano inquietudini, aiutano a superare insicurezze, ad accettare responsabilità, con un linguaggio non realistico, che è l’unico da lui pienamente recepibile».
Parole sagge di un uomo saggio che, siamo certi, percorrerà ancora tanta strada sul delizioso sentiero delle fiabe. Per gli appassionati del settore ricordiamo che sono quattro i libri scritti da Antonio De Signoribus: “La meraviglia del borgo” con introduzione di Franco Cardini (Università di Firenze); “Fiabe e leggende delle Marche” con introduzione di Sanzio Balducci ( Università di Urbino); “Segreti e storie popolari delle Marche” con introduzione di Marcello Verdenelli (Università di Macerata), “Il Ceppo di Natale, tradizioni e leggende sul 25 dicembre e dintorni” con introduzione di Luigi Rossi. Buona lettura!
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