di REDAZIONE –
ANCONA – Contro l’operazione militare turca in Siria. L’Assemblea legislativa delle Marche esprime la sua ferma opposizione all’intervento bellico denominato “Fonte di pace” iniziato nel nord est della Siria sette giorni fa. «Il Governo italiano si faccia portavoce presso la Nato, l’Unione Europa e le Nazioni Unite per trovare una soluzione democratica, pacifica e giuridica alla questione curda nell’ambito di una Conferenza di pace internazionale». É l’impegno richiesto alla Giunta regionale dalla mozione n.553 presentata dai consiglieri regionali Micucci, Giancarli, Giacinti, Rapa, Bisonni, Mastrovincenzo, Busilacchi, Maggi, Biancani, Marconi e Casini ed approvata questa mattina in Consiglio Regionale, con la quale si chiede inoltre di sollecitare il Ministro degli Esteri a “varare il decreto ministeriale per bloccare l’export degli armamenti verso la Turchia”.
Forte preoccupazione per l’attacco lanciato dalla Turchia alle città della Siria del Nord e solidarietà al popolo curdo: questo in sintesi il contenuto di una mozione che chiede una presa di posizione forte e decisa del Governo italiano. «Secondo un resoconto delle Nazioni Unite il numero dei morti della guerra di Erdogan contro i Curdi sarebbe già di 300 – ha sottolineato il consigliere Pd e capogruppo, Fabio Urbinati – oltre 100 mila invece sono gli sfollati dalle zone della Siria Nord-Orientale. É stata intrapresa dagli organi di sicurezza una vasta operazione contro l’opposizione curda e di sinistra con l’arresto di oltre 400 attivisti, politici e giornalisti. Non c’è tempo da perdere. Dobbiamo schierarci al fianco del popolo curdo-siriano e dobbiamo farlo subito. Per questo abbiamo chiesto l’inserimento urgente della mozione n.553 nella seduta odierna dell’Assemblea Legislativa».
«Le ripetute violazioni del diritto internazionale messe in atto dal Governo turco bombardando località del Kurdistan turco e iracheno, – continua Urbinati – le discriminazioni e le persecuzioni messe in atto nei confronti della minoranza curda hanno fortemente allarmato le autorità europee che hanno richiesto con forza alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare. La Turchia è un partner importante dell’UE e, in qualità di paese candidato, è tenuta a rispettare gli standard di democrazia più elevati, compreso il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto, elezioni credibili, le libertà fondamentali e il diritto universale».
«Nel 2018 l’Italia ha venduto materiale bellico alla Turchia per circa 360 milioni di euro – riprende Urbinati – ed è il terzo paese a cui vendiamo più armi dopo il Katar e il Pakistan, rappresenta circa il 15% del totale delle esportazioni militari italiane. Negli ultimi giorni diversi paesi europei hanno deciso la sospensione della vendita di armi alla Turchia per via dell’offensiva militare avviata dal Governo di Erdogan contro i Curdi siriani fortemente condannata dalla gran parte comunità internazionale e della UE, per questo chiediamo che anche l’Italia sospenda immediatamente la vendita di armi alla Turchia».
Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata