di REDAZIONE –
COLLI DEL TRONTO – «Dal 4 novembre ad oggi sono trascorsi 69 giorni. E dopo sessantanove giorni sono apparse sui giornali delle insinuazioni immotivate, oltre che a scoppio ritardato, e la richiesta di togliere le targhette dei Caduti, poiché a detta loro, donate da fascisti». É quanto sostiene Andrea Cardilli, sindaco di Colli del tronto, in una nota stampa. «Ritengo che il momento politico nazionale imponga, a chi è chiamato a ricoprire cariche istituzionali, ad impegnarsi in maniera ferma e decisa nel non alimentare i conflitti, tensioni inutili e faziose e divisioni. – afferma Cardilli – Ciononostante non posso astenermi dall’intervenire e fare chiarezza circa la dichiarazione rilasciata tramite social e dal circolo locale del PD di Colli del Tronto, che eccepisce con la compartecipazione del circolo culturale Ispanico-latino alla riqualificazione del Parco della Rimembranza, dove sono poste le lapidi che ricordano il sacrificio dei cittadini di questa terra durante il conflitto mondiale».
«L’Amministrazione di Colli fa tesoro della lezione impartita dalla Senatrice a vita Liliana Segre: “I morti sono tutti uguali. Non togliamo le corone a nessuno”. Neppure noi toglieremo le nuove targhe solo per accontentare le assurde velleità di qualcuno che usa tutti gli appigli per creare polemiche e conflitti, per dividere e demolire.» – prosegue il primo cittadino di Colli del Tronto «Il parco versava ormai da decenni in una condizione di degrado e abbandono che era urgente risolvere – nell’ambito di un programma più ampio di riqualificazione di tutti i parchi cittadini – anche per l’alto valore simbolico. Alla sua realizzazione, tramite fondi comunitari, legittime offerte di singoli e senza oneri per la cittadinanza, ha contribuito anche l’associazione sopracitata, che ha donato all’Amministrazione le targhette con i nomi di ogni caduto».
«Mi stupisce, inoltre, che questi signori, che non hanno avuto nessun dubbio a presentarsi alle scorse elezioni di Colli, con una lista capeggiata da Verna – più volte e pubblicamente dichiaratosi di destra e con un trascorso di atti e scelte che lo collocano ancora oltre – ora si scandalizzino così tanto, e lo facciano da dietro una tastiera. Così facendo, ancora una volta hanno mortificato e svilito il ruolo del Consiglio comunale, dove siedono e dove semmai avrebbero dovuto presentare tempestivamente un’interrogazione o qualsiasi altro atto idoneo alla loro posizione» afferma il sindaco Cardilli.
«Aggiungo che nessuno di loro era all’inaugurazione il 4 novembre. Mentre c’erano i bambini delle scuole pubbliche del paese che, davanti ai ritratti dei loro concittadini morti in guerra, hanno coinvolto tutti i presenti con la lettura delle ultime commoventi lettere dei militari morti nei diversi fronti, compresi quelli che hanno visto gli italiani impegnati su opposti schieramenti (1943-1945).» prosegue Cardilli «A chi si chiede se Colli sia ancora un paese antifascista, dico che è e rimarrà sempre contrario a ogni forma di totalitarismo, rifiutando ideoligismi estremi, di ogni colore e pensiero».
«In qualità di Sindaco e servitore della Patria, così mi hanno definito, ricordo che i cittadini per lo Stato sono tutti uguali, hanno il diritto di esprimersi, come sancisce l’Articolo 21 della Costituzione, e di fare anche una libera donazione. – conclude Cardilli – La mia Amministrazione si impegnerà sempre per un dialogo aperto e costruttivo fra tutti componenti dell’intera comunità. Concludo suggerendo, a chi ha sollevato la polemica, di leggere e meditare sul libro di Pier Paolo Pasolini, “Il fascismo degli antifascisti”».
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