di REDAZIONE –
“MissionPaganini” questa sera, martedì 21 gennaio, all’Audiorium del Lingotto di Torino: prima italiana del concerto strumentale dedicato a Niccolò Paganini con protagonisti il giovane astro russo del violino Yury Revich e il pianista italiano Simone Di Crescenzo –
TORINO – “Paganini non ripete”. Due secoli fa il celebre violinista Niccolò Paganini pronunciava questa frase per la prima volta: era il 1818 quando, in occasione di un concerto al Teatro Carignano di Torino, Carlo Felice di Savoia chiese al violinista la ripetizione di un brano, e ricevette una risposta che è entrata a far parte non solo della storia della musica mondiale, ma anche delle espressioni più ricorrenti della lingua italiana. Inutile aggiungere che il Duca di Savoia non apprezzò l’atteggiamento di Paganini, annullando le successive esibizioni programmate per il Piemonte. Scrive infatti il maestro in una lettera all’amico avvocato Germi “La mia costellazione in questo cielo è contraria. Per non aver potuto replicare a richiesta le variazioni della seconda Accademia, il Sig. Governatore ha creduto bene sospendermi la terza…” Nonostante l’incidente diplomatico, Paganini tornò in seguito ad esibirsi a Torino, ed è proprio nella città che ha dato i natali alla sua celeberrima risposta che il carisma e il fascino senza tempo del violinista “indiavolato” verranno nuovamente celebrati.
Oggi, martedì 21 gennaio, infatti, il giovane astro russo del violino Yury Revich, artista dell’anno nel 2015 agli International Classical Music Awards e vincitore del prestigioso premio Echo Klassik nel 2016, ed il pianista italiano Simone Di Crescenzo si esibiranno, nella cornice della Sala 500 dell’Auditorium di Torino Lingotto, nel concerto #MissionPaganini. Il progetto, che ha debuttato a livello mondiale lo scorso 4 ottobre in Turchia presso il Teatro della Casa d’Italia ad Istanbul, vede protagonista per l’appunto la figura di Nicolò Paganini e dei compositori a lui storicamente legati.
Il duo propone un programma di altissimo virtuosismo tecnico, che prevede l’esecuzione de Il trillo del Diavolo, celebre Sonata per violino di Giuseppe Tartini: si racconta infatti che l’autore abbia trascritto le note a seguito di un sogno in cui il Diavolo in persona avrebbe suonato questo brano per lui. La composizione dunque non poteva fare altro che legarsi naturalmente al mito di Paganini, talmente appassionato nelle sue performance da sembrare, appunto, “indiavolato”. Seguirà l’esecuzione di Un Mot à Paganini – Élégie, un brano espressamente dedicato da Gioachino Rossini all’amico genovese e perla rara della letteratura musicale. Il programma prosegue con la grande trascrizione Introduzione e Variazioni op. 13 sull’ Aria “Di tanti palpiti” da Tancredi di G. Rossini, in cui vengono messe in gioco le più ampie capacità esecutive del violino. Nel Cantabile op. 17 ritroviamo il gusto tutto italiano per la melodia ed il canto spianato del compositore genovese.
Seguiranno la trascrizione per violino e pianoforte, ad opera di L. Auer, del celebre Capriccio paganiniano n° 24 Tema e variazioni, pietra miliare della tecnica violinistica di tutti i tempi ed alcune “Mélodies italiennes” su temi da Armida di G. Rossini e Anna Bolena di G. Donizetti di Charles Auguste De Bériot, grande estimatore di Paganini e suo storico rivale. Il concerto si concluderà con l’esecuzione della celeberrima “Campanella” dal Concerto n° 2 op. 7 di Nicolò Paganini, che sarà eseguita nella trascrizione per violino e pianoforte di Pawel Kochanski.
Una serata all’insegna delle acrobazie del violino, dispiegate in questo programma in tutta la potenza dello stile paganiniano, attraverso quei suoni che, come scrive il poeta Heinrich Heine nel suo Ritratto a Paganini, “sono qualcosa che l’orecchio non ha mai sentito, che il cuor soltanto può immaginare”.
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