di REDAZIONE –
CUPRA MARITTIMA – CinemalCentro riprende la sua tradizionale programmazione presso la sala del Cinema Margherita di Cupra Marittima. CinemalCentro, progetto nato con l’intento di riportare il cinema al centro della vita cittadina e del tessuto urbano, da giovedì 23 a mercoledì 29 gennaio propone: Piccole Donne di Greta Gerwig, con Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Timothée Chalamet; La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek, con Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi; Cena con delitto – Knives out di Rian Johnson, con Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon.
Piccole Donne: La sagoma di Jo, di spalle, che guarda oltre un vetro, come una madre guarderebbe un neonato in un nido. Qualcosa nascerà, oltre quel vetro: il suo romanzo, “Piccole Donne”. Quelle di Greta Gerwig partono da qui. Il famoso “Natale non sarà Natale senza regali” arriverà dopo, in uno dei tanti flashback, perché è così che la regista americana ha scelto di strutturare il racconto: mescolando i romanzi della serie e combinandoli con momenti della biografia di Louisa May Alcott, ma anche della propria, perché questi momenti riguardano l’essere autrice e donna, ieri e oggi, in un mondo di uomini. (www.trovacinema.it)
“Però le piccole donne di Greta Gerwig (eccetto Beth, inspiegabilmente sbiadita) hanno personalità e carisma. Hanno i colori e i bronci dei dipinti di Lilly Martin Spencer e Winslow Homer, il modo di incedere delle Damsels in distress di Whit Stillmann, sono ragazze-tornado che portano caos, sovvertono la tradizione, e alla lunga s’impongono, con i loro difetti, i loro tempi dubbi (perché quei ralenti nella prima parte? E tanta fretta, invece, dove si è sempre dato spazio al dramma?) e riescono persino a farci accettare l’improbabile Laurie di Timothée Chalamet e soprattutto la Amy di Florence Pugh, inaspettata ma sorprendente, capace di tenere testa alla protagonista (l’alter ego e musa della regista, Saoirse Ronan). Sul finale, la Gerwig si sostituisce alla Alcott e riscrive nel suo stile l’epilogo, forse rendendo giustizia alla scrittrice, di certo riportando decisamente il discorso su se stessa, così che di questo Piccole Donne si potrà dire bene o male, che è una modernizzazione o una banalizzazione, una boccata d’aria fresca o un tradimento, ma sicuramente non si potrà non riconoscere che si tratta di una lettura personalizzata e non ricordare chi lo firma. E forse il punto, tra le righe e i fotogrammi, era anche e soprattutto questo.” (Marianna Cappi – Mymovies.it)
La Dea Fortuna: Alberto e Arturo sono una coppia consolidata, ma il loro rapporto sta mostrando la corda: Alberto, idraulico dal fascino animalesco che attira uomini, donne e bambini, porta a casa il pane e cede volentieri ai piaceri della carne; Arturo, traduttore passivo aggressivo, non è diventato né uno scrittore famoso né un cattedratico, e patisce l’assenza di un rapporto fisico, e ancor di più di uno scambio verbale, con il suo partner sfuggente. Nella routine cristallizzata dei due irrompono Annamaria, ex compagna di Alberto, e i suoi due figli nati da padri diversi, e tutti gli equilibri saltano. Annamaria deve fare alcuni esami diagnostici e affida i figli alla coppia di amici, che dovranno fare i conti con una responsabilità genitoriale forse mai nemmeno immaginata, nonché con la capacità dei bambini di metterti di fronte a quello che sei veramente. (www.mymovies.it)
“La dea fortuna parla di quanto sia difficile e meraviglioso innamorarsi di nuovo di chi hai vicino, e fa della demenza una virtù che ci aiuta a dimenticare i torti subiti e a guardare ogni giorno il nostro partner come se fosse la prima volta. Parla di come non si debba avere paura di rompere le cose perché si possono (quasi sempre) aggiustare, di come nessuno “la racconta giusta”, principalmente a se stesso, e siamo tutti “nati inguaiati” (anche se sono gli altri ad interpretare la diversità come un guaio). Un universo dove lo spavento esistenziale è dietro l’angolo, ma se restiamo insieme fa meno paura, e ritroviamo luce, aria, respiro.” (Paola Casella – Mymovies.it).
Cena con delitto – Knives out: Harlan Thrombey, romanziere, editore e carismatico patriarca di una bizzarra famiglia allargata, è morto. Scoperto dalla giovane cameriera Marta la mattina dopo un’imponente festa di compleanno per i suoi 85 anni, il cadavere eccellente ha la gola tagliata ma sembra essere il frutto di un suicidio. La lussuosa villa di campagna di Thrombey vede l’arrivo di due ispettori di polizia, dell’investigatore privato Benoit Blanc, e dei familiari del ricco imprenditore, guidati dai figli Linda e Walter e dalla nuora Joni. Con un’eredità che fa gola a ognuno di loro, e con un’indagine che gratta sotto la superficie degli eventi, la costernazione lascia velocemente il posto al sotterfugio e al pregiudizio. (www.mymovies.it)
“Più di un semplice omaggio progressista, il livore un po’ sprecato dei vari Jamie Lee Curtis, Michael Shannon e Toni Collette è significativo all’interno di un genere da sempre inscindibile dalla sua venatura upper-class. Johnson la interroga da una prospettiva contemporanea, ma senza rompere l’incantesimo di un colpo di scena rivelato davanti al camino. A differenza del quasi omonimo (nel titolo italiano) Invito a cena con delitto, che nel 1976 seppelliva nell’assurdo sia un cadavere che il filone stesso, l’allegra banda di ipocriti che si riunisce a casa Thrombey dà vita a un intrigo autentico che funziona proprio come quelli di una volta.” (Tommaso Tocci – Mymovies.it)
Anche per la stagione 2019-2020 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa 5 euro, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.
Ingressi: 6,50 euro interi, 5 euro ridotti
Ingresso universitari: 4 euro
Ingresso Cinema d’Essai: 5 euro
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