di AMERICO MARCONI –
Me lo ricordo bene il camino della casa in campagna dove sono nato. Aveva due colonne laterali e un piano alto (la rola) di graniglia gialla. Con una catena in mezzo dove spesso mamma appendeva la stagnata per l’acqua calda. Mentre eravamo seduti davanti al fuoco mio padre raccontava storie e curiosità. Nelle sere di tempo cattivo il vento ululava lungo la cappa, creava spifferi nei vetri delle finestre, spalleggiava il portone e faceva ballare il pergolato dell’uva. A udire tutti quei rumori, e spifferi, e scricchiolii babbo diceva: «Stasera ci sono i mazzamerije!». Ed io chiedevo chi fossero. «Spiritelli dispettosi» mi sentivo rispondere «ma se uno riesce a farseli amici possono rivelare dove è nascosto un tesoro». Quando prendevo sonno, dopo una carezza al dorso del cavallo a dondolo Rubina, sognavo. Io cavaliere, con tanto di armatura, sul mio cavallo bianco ero inseguito da mostriciattoli che infine mi conducevano a un castello abbandonato dove scovavo favolosi tesori.
I mazzamurelli nei racconti sono degli spiriti che fanno rumori contro i muri. Da mazza (colpire) e murelli (muri). Memoria dei lemuri/lemures romani. Sono folletti, spiritelli dispettosi ma non cattivi. Presenti in una forma o nell’altra in tutte le regioni italiane e soprattutto nelle Marche e in Abruzzo. Spesso localizzati in vecchie case abitate o abbandonate, ma anche dentro fossi o grotte. A San Benedetto del Tronto infatti si narrava che frequentassero il fosso dell’Albula. A Grottammare case abbandonate e siepi intorno a Villa Azzolino. Il loro aspetto è quello di esseri molto piccoli simili a gnomi, a volte con sembianze animali: girini nel fosso dell’Albula, uccelli notturni nella zona di Ripatransone. Sia chiaro però, mai nessuno li ha visti ma solo uditi e immaginati.
La presenza dei mazzamurelli è sempre indicativa. Fanno spaventare ma vogliono anche comunicare qualcosa. Per questo alcuni raccomandano di pregarli: affinché facciano meno rumore. Poi assicurino la pace dei parenti morti. E infine realizzino qualche desiderio. Il più grande favore sarebbe ricevere da loro indicazioni per scovare un vero e proprio tesoro. Qualcuno ha raccontato di averlo trovato. Si è parlato di grandi ruote tutte d’oro, bauletti o sacchi pieni di monete, gioielli antichi. Ma nel momento dello scavo è d’obbligo il silenzio. Basta che uno dei cercatori dica una sola parola e subitamente interverrà un demonietto chiamato Abbatello. Dispettosissimo – come i mazzamurelli – richiuderà la buca, darà forti spinte ai convenuti… e addio tesoro. Come capitò a un gruppetto di scavatori, tanti anni fa, sul Castello di Grottammare. Ancora corrono per la paura!
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