di REDAZIONE –
OFFIDA – “Sono contro ogni nazionalismo. Per me l’ebreo è uno straniero in mezzo agli stranieri. Così dovremmo essere tutti. L’essere umano è uno straniero in mezzo ad altri stranieri”. Questa è una delle riflessioni con cui Moni Ovadia ha scaldato il pubblico del Teatro Serpente Aureo di Offida, nella serata del 18 febbraio, al primo appuntamento con il Pensare Altro Festival (Paf). Il Paf edizione “Dei Divini Commedianti” nasce da un’idea di Lucilio Santoni, che si occupa del coordinamento, con la direzione artistica di Marca d’Autore (Gino Troli, Alessandro Pertosa e lo stesso Santoni) e ha avuto il merito di mettere in rete quattro comuni del Piceno (Offida, Grottammare, Cupra Marittima e Ascoli Piceno) in un progetto culturale, iniziato il 18 febbraio e che si concluderà il 9 maggio.
“Gli ebrei non avevano una terra da cui provenivano, ma avevano una terra verso cui andavano”, continua Moni Ovadia nella sua riflessione sulla vita e sulla poesia, che definisce fondamentale perché dà il senso alle cose nel suo essere folgorante. Ovadia parla della fragilità umana come ultima verità: “Puoi essere ricco e potente, puoi credere di avere tutti ai tuoi piedi, ma la malattia e la morte spazzano via tutto in un attimo”. Porta come esempio, alla sua maniera scanzonata, la storia di Caino, che rimane libero nonostante abbia ucciso il fratello, “perché l’uomo è Caino” e Dio spera con questo che l’uomo, di generazione in generazioni, migliori la sua condizione esistenziale, morale e spirituale.
L’unico lusso che l’uomo si può concedere in questo mondo è quello delle relazioni umane, precisa Ovadia: «Isacco non è un figlio, ma un progetto. Il riso di Isacco apre all’utopia che spalanca progetti da compiere. Isacco è il primo ebreo di nascita. È il sopravvissuto che riderà. Il mancato sacrificio di Isacco sta a dire che il padre non è più padrone del figlio. Il padre è padrone del figlio nelle tribù. Ma qui, con l’inizio della storia ebraica avviene un cambiamento. Nasce la socialità. Isacco, libero dal controllo paterno, apre alla socialità».
«Un progetto come il Pensare Altro Festival – ribadisce il consigliere Fabio Urbinati, per conto della Regione Marche che ha sostenuto il progetto – mettendo in rete diversi Comuni, credo vada proprio nella direzione culturale che noi auspichiamo. Ringrazio Lucilio, Marca d’Autore e gli amministratori che hanno scelto di partecipare. Spero che la collaborazione continui nel tempo per far crescere sempre di più le nostre città».
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