di RAFFAELLA CIUFO –
Non è affatto necessario possedere particolari abilità sartoriali per realizzare in casa delle mascherine del tutto funzionali, simili a quelle base in tessuto-non tessuto, non più facilmente reperibili in farmacia. Useremo dei semplici materiali, che probabilmente abbiamo già in casa, e ci divertiremo anche a dare un tocco personale alla nostra mascherina.
Occorrente: 2 rettangoli di stoffa leggera di cotone (che sia cotone è importante, possono essere anche vecchie federe, lenzuola, tovaglie, una vecchia camicetta da sacrificare ecc.) : un rettangolo da 24cm (lunghezza) x 20cm (h) per il davanti ; un secondo rettangolo da 24cm (lunghezza) x 22cm (h) per il dietro. I rettangoli possono essere della stessa stoffa; oppure la parte interna può essere ricavata anche da una morbida T-shirt; oppure il davanti può essere ricavato da un vecchio jeans e in questo caso la parte interna sarà realizzata con una stoffa particolarmente leggera. Ciascuno interpreterà la mascherina seguendo la propria fantasia.
- circa 60cm di elastico, di preferenza tubolare e da scegliere anche colorato in base alla stoffa utilizzata.
- per lo strato filtrante interno: un assorbente igienico femminile sottile
- opzionale : per far aderire ancora meglio la mascherina sul naso, una fascetta di quelle rettangolari con anima metallica, che troviamo a chiusura di confezioni di pan bauletto o simili confezioni al supermercato.
Esecuzione: Prendere il rettangolo più grande e piegarlo a metà in senso longitudinale, facendo combaciare fra loro i due lati da 24cm. Ora tagliare il rettangolo a metà, seguendo la linea di piegatura. Poi appoggiare i due rettangoli così ricavati sul dritto contro dritto della stoffa e cucirli insieme su uno dei lati da 24 cm, ma lasciando liberi da cucitura circa 6 cm centrali (questa apertura servirà poi per inserire lo strato filtrante). Eseguita questa cucitura interrotta, aprire i due rettangoli, aprire i bordi di cucitura, stirare sul dritto e quindi, sul dritto, fermare con due brevi cuciture centrali (circa 8cm) una sopra e una sotto le parti di stoffa che prima non avevamo cucito, in modo che “la fessura” creata, risulti ben rifinita. Ora abbiamo due rettangoli di stoffa, aventi le stesse misure. Sovrapporre quindi i due rettangoli di stoffa, dritto contro dritto, ed effettuare sul rovescio 2 cuciture, sui due lati da 24cm e infine girare la stoffa sul dritto.
A questo punto siamo quasi alla fine della realizzazione della mascherina : usando degli spillini segnare – sulla stoffa poggiata sul tavolo e lungo i due lati da 20cm/h – in sequenza (partendo dalla parte di stoffa più vicina a noi) : prima 3cm, poi 2cm, poi 3cm, poi 2cm, poi 3cm, poi 2cm. Ora fissando con altri spillini le pieghe che faremo, facciamo sul primo segno-3 la prima piegatura, con la linea di piegatura verso l’alto; portiamo in avanti, verso il basso la piegatura, facendo una nuova piegatura lungo il segno del 2; quindi un’altra piega verso l’alto sul segno del 3 e proseguiamo così seguendo i segni. Ora fissiamo le piegature, facendo due cuciture sui lati corti. Poi pieghiamo verso l’interno della mascherina i due lati corti per ca. 1cm e poi pieghiamo ancora una volta, e qui facciamo l’ultima cucitura per realizzare un “tunnel” entro il quale potremo quindi infilare l’elastico, che chiuderemo con un nodo, da far “sparire” all’interno del “tunnel”.
Ecco così realizzata la mascherina, all’interno della quale inseriremo lo strato filtrante, ricavato a misura, tagliando un assorbente igienico dal quale rimuovere il foglio adesivo. Per far aderire ancora meglio la mascherina sul naso, applichiamo al centro del bordo superiore della mascherina la fascetta con anima metallica, inserendola all’interno di un pezzetto di fettuccia, che cuciremo tutto intorno ai suoi lati. La mascherina si igienizza facilmente lavandola (dopo aver eliminato lo strato filtrante interno) in acqua calda e sapone e poi ulteriormente passandola sotto il ferro da stiro caldo.
COME USARE I DISINFETTANTI
É sbagliato usare candeggina e alcol senza diluirli, perché usarli puri – come molti di noi fanno – non rappresenta la metodica ottimale per neutralizzare questo tipo di virus. Lo specifica il dott.Matteo Guidotti, chimico del Cnr Scitec, intervistato dalla giornalista Elvira Naselli. L’alcol denaturato al 90% – da usare per sanificare superfici che temono la corrosione, come ad esempio i metalli – va diluito di un quarto. La candeggina, quella classica (non del tipo profumato) con ipoclorito di sodio al 4-5% deve essere diluita fino allo 0,1%, il che significa che con 1 litro di candeggina si ottengono fino a 50 litri di soluzione igienizzante. Non dobbiamo tuttavia preparare grandi quantità di queste soluzioni in diluizione, perché non sono molto stabili e dunque vanno usate in breve tempo. Un’altra importante raccomandazione è quella di non abbandonare l’uso dei normali detergenti, perché questi non sono sufficienti per igienizzare, mentre sono indispensabili come primo stadio della detersione, essendo essi in grado di rimuovere lo sporco (polvere incrostata, fango, grasso…) che gli igienizzanti non riescono a rimuovere e dunque questi ultimi devono rappresentare solo il secondo stadio della sanificazione.
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