di GIAMPIETRO DE ANGELIS –
In questo periodo di quarantena prolungata per tutti o quasi, può essere utile riscoprire qualche segreto della nonna, qualche utilità in più, anche per avere meno stimoli ad uscire e saper fare della pausa forzata un’occasione per cose nuove e diverse che, comunque, possono sempre essere utili. Chi scrive ha ancora nell’eco dei ricordi alcuni flash dell’infanzia. Avete presente quegli enormi camini che talvolta ritroviamo in certi agriturismi? Bene, un tempo erano la norma nelle tipiche case coloniche dove, nel dopocena, il piacere era nel sedersi d’inverno a semicerchio, tutti insieme: nonni, figli, nipotini, zii. Le famiglie erano larghe, delle vere piccole comunità. A raccontarlo, sembra un film retorico in bianco nero, però è storia, è parte delle nostre radici. Tra racconti di guerra e di fate fra i filari dei campi, tra streghe e fattucchiere e misteri mai svelati, c’erano anche i preziosi consigli, i modi di dire e di fare. Mio padre, ad esempio, mi diceva talvolta: «Tieni tutto, non buttare che prima o poi servirà».
Iniziamo da qui, che sembra facile ma non mancano i paradossi. Io, quel consiglio l’ho preso alla lettera e ho esagerato. È diventato complicato catalogare e immagazzinare. Per la verità, molto, ma molto difficilmente, riutilizzeremo qualcosa, ma sapete come va a finire? Se qualcosa dovesse servire davvero, non vi ricorderete d’averlo. E se sfortunatamente lo ricorderete, sarà difficile ritrovarlo. Metterete a soqquadro tutta casa, rendendovi conto di quante cose ci sono e delle quali non avevate nessuna cognizione. Scoprirete che avevate appena comprato qualcosa che era già lì ma quello che vi occorre ora non c’è. E già, magari l’avevate buttato qualche tempo prima, dopo vent’anni di accumulo perché “se in vent’anni non è servito, vuoi che servirà tra un mese?”. Sì, cari lettori, vi servirà tra un mese, ma non potete saperlo e la vita sa essere ironica, un po’ permalosa e anche un po’ perfida.
Torniamo all’argomento e vediamo qualche esempio su come riutilizzare o rendere utile la buccia della frutta e dei tuberi. Quando mangiamo la frutta, pur sapendo che nella buccia ci sono nutrienti importanti, ricchi di vitamine, siamo tentati di toglierla, buttandola via. Le bucce delle mele e delle pere vanno benissimo con ingredienti base per delle marmellate. Naturalmente è necessario che la frutta sia di provenienza biologica. La confettura può essere fatta o solo con la buccia di pera o mela, oppure con entrambe, insieme. Sul web è facile reperire le ricette e la modalità.
Avete ospiti a casa e volete sorprenderli con un aperitivo originale? Tenete da parte la buccia delle patate. Anche in questo caso è opportuno acquistare prodotti biologici. Le bucce di patate, dopo averle ben lavate, vanno tenute in frigo ancora bagnate per una mezza giornata e poi, dopo colatura, vanno fritte. È un’eccellente alternativa alle patatine fritte. Successo garantito. Ovviamente, anche l’olio utilizzato fa la sua parte. Si consiglia l’extra-vergine.
Proseguiamo l’argomento buccia con quella delle arance. Fate seccare le bucce su superfici calde, come il radiatore o, in alternativa, mettetele in forno senza esagerare con la temperatura. Poi, mettetele in una bella ciotolina e le lasciate stare per qualche giorno sopra un tavolo o un mobile: è un naturale ed ottimo profumo dell’ambiente. In caso di raffreddore, possiamo provare a dare un po’ di sollievo con una tisana fatta con la buccia dei mandarini. Fate bollire dell’acqua in un pentolino con già dentro qualche buccia ben lavata di mandarini biologici. La scelta del biologico è ovviamente fondamentale. A bollitura chiudete e versate in tazza con un po’ di miele.
Le scorze degli agrumi possono essere utilizzate anche per essere caramellate o candite ed utilizzate per guarnire delle pietanze o mangiate tal quali. Riportiamo qui una di queste ricette, ma su internet ci sono più metodi e varianti, a seconda se si vuole caramellare o candire. Per fare la buccia candita una modalità, non l’unica, è questa: mettere a bagno per circa due giorni un mucchietto di scorze d’arancia, cambiando l’acqua più volte al giorno. Si fa poi bollire affinché la buccia diventi morbida. Quando, a parer vostro, vi sembreranno sufficientemente ammorbidite, scolate. Nel frattempo, avrete preparato un pentolino con un po’ di acqua e zucchero. Mettete sul gas, aggiungendo anche le scorze morbide. Quando lo zucchero risulterà del tutto assorbito, chiudete il gas e colate. Le scorze verranno lasciate asciugare, stese e separate tra loro. Vi potete poi sbizzarrire a dare la forma che volete, tagliuzzandole. Si conservano nel classico barattolo di vetro.
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