di REDAZIONE –
GROTTAMMARE – «Cari amici, cari concittadini, ieri è giunta una notizia che molti attendevano da tempo, una notizia che mi dà forza, mi rinfranca e sono certo vi riempirà di gioia come me. Il nostro concittadino che per primo ha dovuto affrontare la lunga battaglia contro il Covid-19 sta molto, molto meglio». É quanto afferma il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, nell agiornata odierna di giovedì 16 aprile. «È ancora ricoverato in una struttura ospedaliera della nostra Regione, ma i familiari hanno voluto condividere con noi il sensibile miglioramento delle sue condizioni di salute. – aggiunge il primo cittadino – È vigile e può finalmente fare a meno di alcuni supporti che fino ad oggi gli hanno consentito di superare la fase più critica di questa malattia. Non è possibile nemmeno lontanamente immaginare la gioia della moglie e dei figli che per più di un mese non hanno potuto vederlo, né sentirlo, non è assolutamente possibile nemmeno pensare quanta forza abbiano dovuto concentrare nell’anima e nel cuore per resistere a questa prova della vita».
Prosegue il sindaco Piergallini: «Ho tentato di trasmettere ieri mattina alla moglie la felicità dell’intera comunità grottammarese. Non era semplice, non so se ci sono riuscito. Ho voluto, comunque, che lei sapesse con quanta apprensione sincera, con quanto affetto amicale e con quanta inquietudine moltissime persone in questi giorni hanno chiesto a me e agli altri amministratori notizie sulle condizioni di salute del marito. Soprattutto, ci siamo trovati d’accordo su questo: nonostante le falsità e le cattiverie che sono circolate, il mondo è ancora pieno di persone di buon cuore».
«Se è vero infatti che alcuni in questa emergenza hanno tirato fuori il peggio di loro, è altrettanto vero che molti altri hanno improvvisamente aperto le ali che tenevano chiuse con umiltà e discrezione nelle giacche, le hanno spalancate e ci hanno soccorso come angeli – conclude Piergallini – Per queste persone vale ancora la pena di vivere, di lavorare, di impegnarsi e di donarsi agli altri».
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