di REDAZIONE –
Assessore Baiocchi soddisfatta: «Una grande risorsa per il territorio, l’apertura dei due servizi di sostegno anche nei giorni prefestivi e festivi» –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – É tempo di report per il progetto “Togliamo la corona al virus”, sorto all’inizio della pandemia dall’unione solidale di un gruppo di psicoterapeuti del territorio che hanno tempestivamente previsto quelli che sarebbero stati gli sconvolgimenti emotivi conseguenti al Coronavirus. Il progetto è stato in seguito adottato dalla sede di S. Benedetto del Tronto dell’associazione di volontariato C.I.A.T.D.M. (Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori, presidente Aurelia Passaseo) anche con l’impegno di curarne la divulgazione al territorio. Si tratta di due task force di professionisti che, in modo completamente gratuito, si sono messi al servizio della cittadinanza in difficoltà a causa dello stress generato dall’emergenza:
Un gruppo (Servizio di sostegno di psicologi e psicoterapeuti on line) si rivolge a giovani, adulti, anziani, per rinforzare la resilienza, armonizzare le relazioni con sé e gli altri, fronteggiare problemi di ansia, depressione, fobie, panico, paura della morte, paura del futuro, solitudine, conflitti e violenza. Un altro gruppo (Servizio di sostegno per genitori separati e uomini in stato di fragilità) offre supporto psicologico e non solo, a genitori che si trovano a vivere situazioni di disagio amplificati dalle restrizioni del periodo (ad esempio, difficoltà ad incontrare il figlio domiciliato presso l’ex partner) e, più in generale, alle persone di sesso maschile che, più di altre, anche a causa degli stereotipi consolidati nella nostra cultura, hanno difficoltà ad esprimere le proprie fragilità e comunque non hanno servizi a loro dedicati.
«Il risultato di un mese di lavoro di questi professionisti – commenta Mara Vena, responsabile della sede sambenedettese del CIATDM – mette in luce la grande necessità della cittadinanza di poter contare anche su un sostegno di professionisti preparati di puntellare le fragilità ed indicare la via per reggere e superare il problema. Ci stiamo dando da fare per divulgare l’esistenza di questo servizio in modo capillare, è per questo che stiamo chiedendo il sostegno morale delle associazioni del territorio con l’obiettivo di divulgare questa risorsa ai loro utenti». Fino ad oggi, oltre al patrocinio nominale del Comune di San Benedetto del Tronto il progetto ha ottenuto il patrocinio delle associazioni SeparAzione Papà di Ascoli ed Adiantum (per la tutela dei minori) e della Croce Rossa Italiana, sezione di S. Benedetto del Tronto.
«Considero un dovere imprescindibile, per una amministrazione comunale – afferma l’Assessore Antonella Baiocchi – pensare anche alle esigenze anche psicologiche-spirituali della cittadinanza: la pandemia mette a dura prova l’equilibrio interiore e porta alla luce le fragilità dell’animo umano. I risultati di questo primo mese di lavoro solidale offre l’occasione per riflettere in merito alle falle dei sistemi di prevenzione e trattamento delle problematiche psico-sociali. E’ necessario lavorare per fornire competenze in merito al Mondo Interiore ed aiutare le persone a superare quello che io chiamo Analfabetismo Psicologico: il 53% di disagi Personali e il 37% di richieste di aiuto per Problemi di Relazione sono correlati a situazioni pregresse di disagio mai elaborate e probabilmente tenute a bada con palliativi. Questo significa che le persone ancora oggi tendono a gestire i loro problemi prevalentemente attraverso l’evitamento, evitando di affrontarli, e spostando l’attenzione da essi con vari sistemi tra cui il riempirsi di impegni e stimoli. Quando la vita ci costringe a “scendere dalla ruota del criceto” e a fermarci ecco che i nodi vengono al pettine».
Una particolarità delle due Task Force è la disponibilità anche nei giorni festivi e prefestivi valuta fermamente dall’assessore Baiocchi: «Uno dei momenti più fragili per le persone sono le festività: in cui spesso si fanno bilanci affettivi e di vita. Considero una grande lacuna la chiusura nei prefestivi e festivi di tutti i centri di ascolto (compresi quelli ufficiali come i Centri Anti Violenza). Ringrazio i il gruppo di professionisti per aver aderito a questa proposta». Per usufruire delle consulenze che sin dal sabato di Pasqua sono disponibili anche di domenica e nei festivi basta contattare il professionista prescelto e concordare ora e giorno della consulenza che verrà effettuata in videoconferenza. Sono disponibili su richiesta anche consulenze legali. L’elenco dei professionisti e maggiori informazioni sul profilo Facebook del C.I.A.T.D.M: Ciatdm Sbt
IL REPORT DI UN MESE DI LAVORO
Dal 15 marzo al 15 aprile 2010, hanno chiamato 30 persone.
La maggior parte delle richieste sono giunte da donne 56,5% contro il 43,5 % di uomini Sono state effettuate 46 colloqui, in quanto alcuni ci hanno chiamato più volte: 60% dei colloqui con donne (28 colloqui) , 39% dei colloqui con uomini (18 colloqui). L’80% del campione aveva un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. L’80% vive la quarantena in compagnia di qualcuno: coniuge o parente. Il 20% vive la quarantena da solo (Single, Separati, Divorziati, Vedovi)
I Motivi per cui le persone hanno chiamato
Gli argomenti che sono stati portati all’attenzione degli specialisti riguardano nel 53% le Fragilità Personali (difficoltà a gestire le emozioni, ansia, panico, depressione, stress) e sono correlate a situazioni pregresse di disagio mai elaborate e probabilmente tenute a bada con palliativi (iper impegni, attività elusive) che ne permettevano la rimozione o il semplice evitare di affrontarli. Ora non più accessibili a causa delle restrizioni sociali e di movimento imposte dalla Pandemia. Un altro importante ambito problematico è stato quello Relazionale: il 37% delle persone hanno chiesto aiuto per Problemi di Relazione.
In linea di massima la convivenza forzata porta alla luce l’incapacità, tipica della gran parte di relazioni, di gestire le divergenze in modo armonioso: chi è abituato a sopportare relazioni prevaricanti si trova a non tollerarle più la relazione abusante, a causa dell’impossibilità di “rigenerarsi” (prendere ossigeno dagli abusi) attraverso attività palliative prima accessibili: prendere distanza dal prevaricante attraverso il lavoro, la frequentazione amicale, lo sport. La convivenza esacerba quindi i conflitti.
A lamentarsi dei problemi relazionali sono stati sia donne che uomini: padri che non riescono a vedere i figli; madre preoccupata per il figlio violento e che non esce dalla stanza da mesi; un uomo di mezza età che convive con la madre depressa e manipolativa che gli controlla la vita in modo insopportabile; due donne scontente del marito giudicato “non all’altezza della situazione “ (per pigrizia sessuale, per insufficiente collaborazione nei lavori di casa, per carenza di gesti affettuosi).
Abbiamo avuto anche tre richieste di aiuto di conclamata violenza fisica: due da parte di donne che si trovano a convivere con Partner Violento anche dal punto di vista fisico) e una da parte di un uomo, che subisce violenza anche fisica da anni dalla compagna, (davanti alla figlia minore, la quale a sua volta subisce violenza assistita) che per la prima volta, esasperato, si è deciso a chiamare un centro di ascolto; preoccupazione per figlio segregato in casa ossessivo (problema pregresso ora venuto fuori); da 16 anni vive un rapporto prevaricante (si è curata solo con pasticche da 6 anni ed ora panico totale); litigi con il figlio prepotente.
In generale sembrano prevalere situazioni che rivelano disagi già presenti in precedenza, che a causa delle norme di distanziamento sociale hanno perso quei fattori che rappresentavano la “rete sociale” di salvataggio.
LE TABELLE DEL REPORT
ETA’ – L’80% del campione aveva un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. Hanno chiamato solo il 7% di persone con età inferiore a 40 anni e solo il 13% di età superiore ai 61 anni.
STATO CIVILE – Il 50% del campione è risultato coniugato e vive la quarantena in compagnia del coniuge (30% Femmine, 20% Maschi). Il 27% è risultato essere single o vedovo. Il 23% Separato/Divorziato.
PROFESSIONE – Il 46% del campione è risultato essere dipendente (26,5% Femmine e 20% Maschi). il 33,5% libero professionista/imprenditore (10% Femmine, 23,5% Maschi);il 6,5 pensionato (Femmine). Solo il 13,5 disoccupato (Femmine).
MOTIVI DEL CONTATTO- Le motivazioni per cui le 30 persone hanno chiesto auto rientrano i 4 categorie: Fragiità Personali; Problemi di Relazione; Preoccupazioni concrete (Casa,lavoro,soldi); Le motivazioni più rappresentate sono state: Fragilità personali, 53% del campione totale e Problemi Relazione, 37% del campione totale.
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