di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo una nota stampa del sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, in occasione della Festa della Liberazione che avrà luogo domani, 25 aprile, con una breve cerimonia in città nel rispetto delle disposizioni ministeriali.
«Il 25 aprile 1945 fu uno spartiacque nella storia dell’Italia: la data della Liberazione dall’oppressione del nazifascismo è il simbolo di un Paese che, scrollatosi di dosso a prezzo di immani sacrifici un periodo di privazioni e lutti atroci, ha saputo rapidamente recuperare sul piano sociale ed economico la piena dignità nel consesso internazionale ricostruendo le proprie basi sui principi scolpiti nella Carta Costituzionale. Non sono possibili paragoni tra quelle vicende e ciò che stiamo vivendo in questo periodo, ma certo è possibile trarre degli insegnamenti da utilizzare anche in questo difficilissimo frangente.
La capacità di fare comunità e, al contempo, di fare ognuno la propria parte per uscire dall’incubo è sicuramente il valore dell’Italia del Dopoguerra che adesso deve maggiormente ispirarci. Il nemico oggi non è fisicamente identificabile, è pericoloso perché subdolo: abbiamo però le conoscenze scientifiche che ci aiutano a tenerlo sotto controllo in attesa di un’arma finale che certamente arriverà.
L’efficacia di queste conoscenze passa però attraverso uno sforzo di disciplina collettiva che non può ammettere cedimenti: la leggerezza di uno può essere pericolosa per tutti.
Il modo migliore per onorare tutti coloro che, 75 anni fa, fecero l’estremo sacrificio per renderci liberi, ma anche per rendere omaggio alle vittime della pandemia e dimostrare riconoscenza verso tutti coloro che da settimane sono in prima linea per combatterla, in molti casi a prezzo della vita, è fare il nostro dovere, cioè attenerci con senso di responsabilità alle prescrizioni.
É l’unico modo per riappropriarci al più presto della Libertà che ci fu donata dalle donne e dagli uomini della Liberazione, quella Libertà che, come scrisse Piero Calamandrei, “è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”».
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