Primo Maggio, Piunti: «Quest’anno sarà una festa amara. Onoriamola rispettando le regole»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Sarà un Primo Maggio del tutto particolare, quello del 2020, dal sapore amaro perché della festa avrà ben poco». É quanto afferma il sindaco Piunti riguardo la festa dei lavoratori, quest’anno vissuta all’insegna dell’emergenza Coronavirus «La pandemia non permetterà le tradizionali manifestazioni che rallegrano questa ricorrenza, dovremo rinviare ad un futuro migliore le scampagnate e gli incontri conviviali. Perché è bene ricordare che l’emergenza è tuttora in atto e comportamenti sconsiderati avrebbero effetti devastanti. – spiega il primo cittadino – Questo non deve impedire di vivere la Festa come occasione per rafforzare i sentimenti di coesione sociale e solidarietà: mai come oggi siamo veramente tutti “sulla stessa barca”, nel senso che ogni nostro gesto ha ricadute rilevanti per la comunità».

«Il Primo Maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori: quale modo migliore per onorarla che attenerci alle regole per, ad esempio, tutelare la salute di chi lavora esponendosi continuamente a rischi o per impedire che gli ospedali tornino a riempirsi caricando di altri enormi compiti chi ci lavora? – aggiunge Piunti – Celebrare il Primo Maggio al tempo del Coronavirus significa anche chiedere che le istituzioni nazionali ed europee sostengano chi il lavoro non ce l’ha e chi lo ha perso proprio a causa dell’emergenza. Se la mutua assistenza tra i Paesi che fanno parte di un’unica casa europea non si afferma in un momento come questo, quando dovremmo vederla? Questo doloroso cammino non è ancora concluso ma, mentre si intravede la meta finale, è già ora di chiederci come ci arriveremo».

«La rinascita passerà prioritariamente per la capacità di offrire ad ognuno la possibilità di procurarsi i mezzi per sostenere sé e la propria famiglia. – conclude Piunti – Se vogliamo veramente che da questa crisi epocale si esca rinnovati e fortificati, sarà fondamentale costruire politiche del lavoro che restituiscano fiducia e liberino la capacità di osare che gli italiani hanno sempre dimostrato di possedere».

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