Virna Lisi, il paradigma della bellezza e professionalità

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Scrivere qualcosa su Virna Lisi, nello spazio di un breve articolo, non è facile. Ha una tale collezione di premi, film, vicende, che inevitabilmente si può tracciare solo per sommi capi un meritato ricordo. Per delinearne l’attività cinematografica, basterebbe dire che a Hollywood ha recitato con Jack Lemmon, Tony Curtis, George C. Scott, Frank Sinatra, Anthony Franciosa, Anthony Quinn. In Europa con David Niven, Richard Burton, Anna Magnani, Giorgio Albertazzi, Jeanne Moreau, Alberto Sordi. Sono solo alcuni nomi di un elenco decisamente più lungo. Se volessimo soffermarci sui premi, dovremmo parlare solo di quelli. Ci limitiamo con il dire che nella sua casa c’è una bella collezione di David di Donatello, Grolle D’Oro, Nastro d’Argento, Ciak D’Oro ed altri riconoscimenti.

Ma chi è Virna Lisi e perché era molto richiesta, al punto da potersi permettere rifiuti incredibili? Per il film Barbarella, ad esempio, il ruolo della protagonista era stato assegnato a lei prima di essere affidato ad una giovanissima e incerta Jane Fonda. Per la verità, il passaggio a Jane non era stato immediato. Dopo la rinuncia di Virna, il ruolo era stato proposto a Brigitte Bardot che non era interessata, stanca di ruoli dove venivano esaltate solo le sue forme. Avevano pensato anche a Sophia Loren che non aveva accettato. La parte infine veniva proposta a Jane Fonda. Sembrerà strano, inizialmente anche lei non era affatto convinta. Le spiegano, per convincerla, che il genere fantascientifico avrà un futuro. E lei accetta.

Virna Pieralisi (è questo il suo vero cognome) nasce ad Ancona, l’8 novembre del 1936. Il padre è un commerciante. Dopo un periodo trascorso a Jesi, la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma.  A 17 anni debutta nel cinema ed è una serie ininterrotta di interpretazioni. Gli anni ’50 sono tutti italiani. La notorietà al grande pubblico arriva grazie al “Carosello”, prestando volto e sorriso in una serie di “sketch” dedicati ad un famoso dentifricio dell’epoca, il Chlorodont. Chi è meno giovane ricorderà lo slogan “con quella bocca può dire ciò che vuole”. Si sposa nel 1960 e, dopo una breve pausa, riprende con il cinema, alzando anche l’indice di qualità, interpretando ruoli di maggior impegno.

Nel frattempo, negli Stati Uniti era deceduta nel 1962 l’icona della bellezza Marilyn Monroe, lasciando un vuoto strategico a Hollywood. C’era l’assoluta urgenza di trovare qualcuna che in qualche modo potesse ricordarla, o meglio, esserne simbolicamente l’erede. Le “major” convocano alcune primedonne italiane: Claudia Cardinale, Sylva Koscina e, appunto, Virna Lisi. Per Virna, che viene scelta, è la svolta. Si trasferisce a Los Angelis con in mano un contratto favoloso con la Paramount. Eppure, l’attrice, dopo svariati film, rompe il contratto. E’ stufa di personaggi alla Marilyn, stile pin-up, patinata e svampita. Paga una penale consistente e torna in Italia, torna a ruoli che sente veri, degni delle sue capacità interpretative. Nel frattempo, non trascura la famiglia, per la quale aveva rinunciato, nel periodo hollywoodiano, alle avances di Frank Sinatra.

La consapevolezza che essere attrice va oltre la bellezza statuaria, la porta a fare scelte coraggiose ed impegnative, accettando anche ruoli dove apparirà invecchiata. Anche negli anni ’90 continua a lavorare, tra Francia e Italia, tra cinema e televisione. É così anche nel primo decennio del 2000. Gli anni sono passati, tanti, da quei suoi 17 e il primo ciak. Nel 2013 muore il marito: erano sposati da 53 anni! Un anno dopo lei lo segue, a 78 anni, interrompendo l’ultima interpretazione per una serie televisiva. Volutamente, abbiamo scelto di sorvolare sui dettagli, come i titoli dei film, le collaborazioni, gli aspetti glamour, perché sarebbe stato un elenco lungo e didascalico. Ci interessa invece capire la Virna Lisi donna, la persona.

A quel tempo, rinunciare al contratto milionario con la Paramount, di interpretare film come Barbarella, che, come accennato, aveva fatto la fortuna di Jane Fonda, o rinunciare a “storie” sentimentali con un Frank Sinatra, significava avere carattere, idee chiare, carisma e personalità decisa. E valori certi. A proposito del periodo hollywoodiano, Virna non ne era particolarmente fiera. Vero che le era stato utile per una notorietà mondiale e per “fare esperienza” tra generi diversi, ma era delusa di certi ruoli e battute banali da bellona. In una intervista afferma: “le mie battute erano così stupide che ancora non mi spiego il successo di…”, riferendosi ad una pellicola di grande fortuna commerciale.

Era consapevole di essere estremamente bella, oltre ogni dubbio, ma proprio per questo era un po’ infastidita perché, soprattutto nei primi tempi, i ruoli erano bilanciati essenzialmente sull’aspetto, impedendole di far risaltare le qualità interpretative. Infatti, sembra abbia detto, in riferimento alla bellezza: “Spogliarsi troppo non serve mai: la vera ricchezza è possedere le cose e non doverle mostrare”. Anni più tardi, ormai non più giovane e recitando in ruoli impegnati, dirà: “Ho fatto la bella per molti anni e interpretare una brutta è stata una goduria”. Ecco Virna Lisi, consapevole, intelligente, brava ed anche bella.

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