di PGC (PIER GIORGIO CAMAIONI) –
Le tre piramidi (poco faraoniche) di San Benedetto. Costruite anch’esse dai gatti come quelle egiziane, ma dai nostri gatti del Porto. Sono i discendenti di quelli, e abitano nei cunicoli e negli anfratti lì intorno:
– L’anziano striato di scuro, zoppo e con un occhio solo
– La bianca e nera sempre incinta attorniata dai suoi ex piccoli, ormai indipendenti
– La pezzatina superforastica dal pelo dritto
– Il nero-tinta-unita contemplativo
– L’altro nero con la macchia bianca, miagolante e affamato cronico
– Il tigrato dagli occhi verde oliva, la coda arricciata e l’aspetto acrobatico
– …
Nessun gatto Sphynx, che sarà pure aristocratico ed egiziano, ma è senza pelo: i nostri ruspantoni non ci tengono a essere chiamati “spelacchiatoni”. I nostri gatti del porto sono ovviamente bravissimi a costruire piramidi, ma non di pietra, le fanno di cemento. Niente massi da trasportare, niente schiavi egiziani nè architetti tra i piedi: basta uno stampo e una colata di cemento. Tutto più facile e veloce, alla fine le piramidi sono pure più belle.
Poi qua il cemento abbonda: basta rubarne un po’ nei tristi crateri di scuole e alberghi e cinema abbattuti, dove al posto di quelli nasceranno cubi di cemento stupidi e kitsch da vendere a banditi e pollastri. Insomma le 3 piramidine di San Benedetto (foto non-Baffoni allegata), le uniche al mondo bagnate dal mare, meritano una visita. Per la Sfinge (di cemento) c’è invece da pazientare, i nostri gatti sono pigri, non gli piace sudare, le loro 12 vibrisse ne soffrono…
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