di REDAZIONE –
RIPATRANSONE – “Cavalcare la tigre”, incontri sull’arte e sul coraggio. Il titolo che Mario Vespasiani ha assegnato a questa serie di incontri estivi dedicati ai giovani, riprende il motto cinese che suggerisce, in quel felino caro all’autore, un’appropriata metafora del tempo che stiamo vivendo, esortando a non affrontare la Tigre (le difficoltà) direttamente o di tentare la fuga di fronte a lei, ma di saltarle in groppa e correre insieme nell’impresa ardua di resisterle e perfino di usare la sua forza come mezzo di conoscenza e di libertà estrema. Il momento attuale fatto di contrasti e dolore, ma anche di stimoli e nuove opportunità è per Mario Vespasiani un’occasione per temprarsi, per affinare ancor più lo sguardo sulle reali urgenze e sui valori non negoziabili.
Per l’artista è necessario quantomai ora maturare una filosofia di vita chiara, una sorta di galateo morale per rimarcare una propria identità senza però estraniarsi dal quotidiano. Gli incontri che partono dall’osservazione profonda, hanno l’obiettivo di sensibilizzare nei giovani partecipanti uno sguardo libero e indipendente, vivace e curioso. Un modo per sviluppare la propria capacità di attenzione verso se stessi e gli altri, per difenderla e comprendere le diversità. Gli incontri tracceranno un percorso che passa dalla meditazione alla comprensione dell’abusato termine “bellezza”, dalla simbologia del colore e dell’uso inconsapevole che ne facciamo in ogni momento, fino alla creazione di un’opera collettiva.
Vespasiani si è rivolto agli adolescenti perché a suo avviso sono coloro che hanno subìto, dalla situazione di emergenza vissuta in questi mesi, il maggior contraccolpo psicologico, sottolineando l’importanza di un esempio concreto, capace di invogliare alla condivisione vera, all’ascolto, alla prossimità e alla manualità. L’artista nella storia è sempre stato colui che ha saputo cogliere in anticipo le energie dei tempi e allo stesso modo, oggi, in un epoca in cui scarseggiano i maestri e le guide edificanti, è tenuto in prima persona, con la sua vita e col suo lavoro quotidiano a testimoniare un attaccamento a quei valori fondamentali, che in ogni epoca hanno contribuito all’evoluzione dell’uomo.
Mario Vespasiani è tra i pochi artisti professionisti italiani a non aver abbandonato i luoghi di famiglia e di averli costantemente valorizzati con iniziative culturali e di solidarietà durante tutta la sua carriera e tale progetto nato in collaborazione con il Gr. Est. Parr.le 2020 è uno di questi. Gli incontri si tengono i mercoledi del mese di luglio, sono già al completo. (One Lab Contemporary, Corso Vittorio Emanuele II, 32-34 di Ripatransone)
Mario Vespasiani nasce nel 1978 nel golfo di Venezia. Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali dalla forte carica energetica. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Oltre quaranta pubblicazioni hanno approfondito il suo lavoro, che si esprime in un alfabeto simbolico fondato sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Si racconta che da bambino, durante lo stazionamento di un circo itinerante, liberò dalla gabbia una grande tigre per assumerne lo sguardo.
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