di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ambiente e Salute nel Piceno aderisce al Coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo e rigeneriamo la città”. Una decisione presa alla luce del fatto che il Comitato ritiene il processo di cementificazione un problema estremamente serio. Le ragioni che li spingono a dire no al consumo del territorio sono molteplici. «Partendo dal presupposto che a San Benedetto del Tronto l’occupazione di suolo ha raggiunto dimensioni tali, ben superiori alla media nazionale già di per sé elevata (37,63% contro il 7,24% come indicato dai dati ISPRA), che le conferisce lo spiacevole primato della più alta densità abitativa delle Marche, questo fa comprendere a chiunque che non si puo’ peggiorare una simile realtà non essendoci per giunta delle reali urgenti necessità al proliferare di questi nuovi vani abitativi» affermano da Ambiente e Salute nel Piceno «Ormai è noto a tutti che la cementificazione delle arie verdi va ad intaccare pesantemente l’ambiente in cui viviamo, sia con effetti locali, diretti ed indiretti, sulla salute delle persone e sulla vivibilità, sia con effetti più ampi che vanno ad incidere in modo pesante sulla città e sull’intero territorio, dalle gravissimi esondazioni agli effetti più frequenti degli allagamenti e di quello non meno grave del riscaldamento climatico che è anche locale».
«Anche la Commissione Europea già nel 2012 affermava che la principale causa di degrado del suolo in Europa è costituita dall’impermeabilizzazione, – aggiungono – fattore che comporta un rischio accresciuto di inondazioni, contribuisce ai cambiamenti climatici, minaccia la biodiversità, provoca la perdita di terreni agricoli fertili e aree naturali e seminaturali, concorre infine, insieme alla diffusione urbana e alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio, soprattutto rurale, alla perdita delle capacità di regolazione dei cicli naturali e di mitigazione degli effetti termici locali. Inoltre per quanto riguarda gli effetti sulla salute pubblica esistono delle relazioni dell’Arpam piuttosto allarmanti che sono correlate all’inquinamento dell’ambiente, inquinamento dovuto ad una aumento della cementificazione a scapito del verde che ha da sempre il compito di mitigare l’inquinamento urbano. Risulta pertanto insensato un ulteriore consumo di suolo, che andrebbe a discapito delle ultime zone verdi rimaste».
«Siamo anche noi convinti pertanto che le nuove varianti non portino alcun nuovo vantaggio né beneficio alla città. San Benedetto non ha bisogno di nuove colate di cemento, semmai ha bisogno di mettere in sicurezza e ristrutturare in modo adeguato il patrimonio già esistente. Uno strumento interessante che aprirebbe nuove frontiere imprenditoriali, potrebbe essere fornito dalle nuove misure in ambito edilizio definite come ecobonus 110% e superbonus 110%» conclude il Comitato «Queste sono solo una parte delle ragioni che ci spingono a dire di no a a questi spregiudicati ampliamenti e troviamo pertanto estremamente condivisibili le osservazioni e le considerazioni esposte dal Coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo e rigeneriamo la città” del quale abbiamo deciso di fare parte per bloccare un futuro fatto di cemento e conservare una città migliore per i nostri figli».
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