di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Marcinelle fu la prima grande tragedia che colpì gli italiani all’estero. Purtroppo non fu l’ultima, ma rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo». Ad affermarlo è il sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti, nel 64esimo anniversario della tragedia della miniera belga di Marcinelle, quando 136 lavoratori italiani immigrati in Belgio per cercare lavoro morirono nell’incendio di una miniera di carbone. «L’incendio nella miniera di Marcinelle, avvenuto l’8 agosto 1956 – nel quale morirono 262 lavoratori di dodici nazionalità, tra cui 136 italiani –, non costituì solo un sanguinoso tributo di vite di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea migratoria» spiega Piunti «A 64 anni di distanza, non solo non si è esaurito il doloroso ricordo di tante vittime italiane ma resta intatto nella memoria collettiva il significato simbolico dell’altissimo prezzo pagato dal Paese al bisogno drammatico di lavoro che costrinse milioni di connazionali a varcare, loro malgrado, i confini nazionali». Conclude il primo cittadino: «Quest’anniversario rappresenta l’occasione per rendere omaggio a tutti i lavoratori che, con dignità e sacrificio, hanno portato per il mondo l’immagine di un’Italia operosa e fiera, ma anche ai tanti, troppi, che ogni giorno perdono la vita per portare a casa il pane. Un’ingiustizia tremenda che lo Stato ha il dovere di combattere intensificando gli sforzi per prevenire gli incidenti e reprimendo le violazioni delle norme sulla sicurezza».
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