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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A Mario Straccia, che il 27 settembre ha compiuto 100 anni, sono giunti stamane telefonicamente gli auguri del sindaco Pasqualino Piunti a nome della città intera. All’anagrafe Straccia risulta nato il 28 settembre 1920 perché, come succedeva spesso allora, è stato registrato il giorno dopo. Nato a Grottammare (anche se tiene a evidenziare che a dividere la sua casa dal confine con San Benedetto del Tronto c’era solo un piccolo fosso), a San Benedetto ci è arrivato molto più tardi, perché suo padre, Guido, era un ferroviere e la famiglia lo ha seguito in lungo e in largo per l’Italia. Famiglia composta dalla moglie Vittoria e da tre figli, Paolo, Carlo e Mario. Mario è stato l’unico sopravvissuto, perché Paolo è morto di tifo a Venosa e Carlo fu dato per disperso in guerra in Jugoslavia. Anche Mario ha fatto la guerra, ma nel Genio a costruire ferrovie e, ancora oggi, ricorda con sollievo di non aver dovuto mai sparare a nessuno.
Dopo la guerra la famiglia si trasferì a San Benedetto ma ben presto un caro amico convinse Mario a raggiungerlo a Torino per fare apprendistato in una nota sartoria piemontese. Fu lì che conobbe la sua futura moglie, Ernestina Duchini. Dal loro matrimonio nacque, nel 1952, Carlo, l’unico loro figlio. Pochi anni dopo, la nostalgia della sua terra spinse Mario a tornare con la famiglia a San Benedetto, dove, nella casa dei suoi genitori, allestì un piccolo laboratorio di sartoria. Mestiere che ha esercitato per tutta la vita, prima da solo con la preziosa collaborazione della moglie, poi con due soci in un laboratorio di via Lucania. Lo ha fatto con passione fino a tarda età e, quando non riusciva più a infilare l’ago, chiamava in aiuto la moglie. L’altra sua passione è stata la cura del piccolo orto davanti casa che ha coltivato fino a qualche anno fa. A mantenerlo lucido fino ad oggi è sempre stata la lettura di molti libri e, oggi, dei giornali.
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