Le Marche ad Assisi per le celebrazioni di San Francesco, patrono d’Italia

di REDAZIONE –

Il presidente Acquaroli: «Stimolo per il nostro impegno istituzionale». Mons.Piero Coccia: «Popolazione provata dai mancati interventi sul sisma» –

ASSISI – Il sindaco di Ancona, a nome di tutti i sindaci italiani, ha acceso quest’anno la lampada che arde perpetuamente, ad Assisi, sulla tomba di San Francesco. L’evento è avvenuto oggi, ricorrenza del Santo Patrono d’Italia. Valeria Mancinelli era accompagnata da una folta delegazione di primi cittadini marchigiani, dalla Conferenza episcopale marchigiana (Cem), dalla Regione Marche, presente con il presidente Francesco Acquaroli. «È un grande orgoglio, come prima uscita, essere qua per questo evento straordinario.» ha commentato il governatore. L’accensione della lampada, a nome delle Regioni italiane, “è una grande responsabilità, una grande testimonianza. Racchiude anche un messaggio importante che bisogna testimoniare, per rilanciare i valori del francescanesimo, in questo momento così difficile a causa della crisi economica, della pandemia e della ricostruzione che lascia al di fuori delle proprie abitazioni ancora tante famiglie e intere comunità. Ad Assisi cogliamo lo stimolo a concretizzare il nostro impegno istituzionale per essere portatori dei valori su cui si fondano la nostra repubblica e la nostra democrazia”.

La lampada è stata accesa durante il rito religioso che si è svolto nella Basilica Superiore del Sacro Convento, in diretta su Rai Uno e officiata da Mons.Piero Coccia, Arcivescovo metropolita di Pesaro e presidente Cem. «È un gesto che riveste un preciso significato simbolico, che indica la volontà di attingere dalla figura e dall’opera di San Francesco quella luce di cui abbiamo bisogno – ha detto nell’omelia – La nostra regione giunge a questo appuntamento fortemente provata da due pesanti esperienze: quella del terremoto del 2016 che l’ha colpita materialmente e spiritualmente con oltre 50 vittime e quella del coronavirus che ha fatto registrare quasi mille morti. Siamo una regione provata e affaticata ma non piegata. La nostra fede nel Signore ha sostenuto e sta sostenendo la nostra gente la quale, ancora una volta, sta dando prova di adattabilità, laboriosità ma anche di forte insofferenza, dovuta, soprattutto, ai mancati interventi da parte delle competenti autorità, in merito al sisma. Noi Pastori chiediamo alla politica e alle istituzioni un supplemento di impegno e di responsabilità».

Quello marchigiano, ha sottolineato, in apertura della Santa Messa, frate Mauro Gambetti, Custode del Sacro convento di Assisi, “può essere un modello per l’Italia che vuole rinascere ma non sarà sufficiente, come gli stessi cittadini delle Marche sperimentano nei loro territori. Viviamo infatti in una comunità globale. Questo nostro mondo è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e dei nazionalismi irrazionali: se vogliamo preparare il futuro, occorre anche guardare lontano”. Il sindaco di Ancona, capoluogo regionale, come da tradizione, ha illuminato la lampada votiva: “Con questo simbolico gesto esprimiamo l’amore che tutti gli italiani hanno per te e imploriamo la tua costante protezione. Vigila, Francesco, fratello santo, sul nostro popolo, illumina i governanti, veglia sulle sorti dell’Italia, guarda con benevolenza la nostra Regione Marche. Benedici tutti i lavoratori, dona loro e a tutte le famiglie prosperità e pace”, ha invocato il sindaco nel corso delle preghiere liturgiche.

I 700 litri d’olio donati, oltre che per la lampada votive sono destinati alle associazioni caritative francescane e della diocesi di Assisi. Olio che è stato offerto dall’Associazione frantoiani delle Marche e da frantoi di Petritoli, Monteciccardo, Filottrano, Morro d’Alba, Sassocorvaro, Pesaro, Ancona. Successivamente il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha pronunciato il “Messaggio all’Italia” dalla Loggia del Sacro Convento. Sono seguiti i saluti del governatore Acquaroli e delle autorità ai fedeli, marchigiani e umbri, presenti sulla Piazza inferiore di San Francesco.

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