di GIAMPIETRO DE ANGELIS –
Recentemente si è svolto il primo concorso letterario “Opera Prima”, rivolto agli studenti del Liceo Classico Leopardi di San Benedetto del Tronto, organizzato dall’associazione Omnibus Omnes, in collaborazione con Mauna Kea & Mauna Loa Edizioni. Lo scopo era ed è, pensando anche alle prossime edizioni, quella di stimolare i ragazzi allo sviluppo di un’idea letteraria creativa e originale, romanzandola e strutturandola, al fine di poterla proporre, partecipando al concorso, per una versione editoriale. Nei giorni scorsi, dopo aver visionato il lavoro di selezione e valutazione svolto dalla Giuria, c’è stata la proclamazione del vincitore che, in questo caso, è una ragazza di notevole talento, Chiara Galiffa. Il libro verrà pubblicato all’inizio del 2021, a cura di Mauna Kea & Mauna Loa Edizioni. Ne daremo notizia.
Avendo fatto parte della Giuria, ho vissuto un’esperienza molteplice, anche sotto il profilo emotivo. Se da un lato era necessario un atteggiamento critico nella valutazione ad ampio raggio, dalla qualità della scrittura allo spirito innovativo, fino all’elaborazione dell’idea, dall’altro era inevitabile tener conto che si stava osservando l’espressione letteraria di adolescenti. Ragazzi che, in tempi di social, villaggio globale, internet, tecnologie a rapida evoluzione, modelli mutevoli, si sono dedicati a qualcosa che sa di arcaico, pur nella accezione più bella: sedersi, pensare, fantasticare in maniera costruttiva, “buttare giù” il pensiero. Riprenderlo, rielaborarlo, svilupparlo, ritoccarlo, ricorreggerlo, e via dicendo. Sapendo che verrà valutato, forse premiato, comunque giudicato.
Sono certo, dopo aver letto gli elaborati, che per molti la “molla” non sia stata la speranza di vincere, e quindi venir pubblicati, ma il libero esercizio della fantasia, pur spronata dalla partecipazione ad un vero concorso letterario. Il libero esercizio dell’espressione, della “rivelazione” di sé attraverso una forma artistica altamente riconoscibile e nobile come la scrittura. Noi adulti, e adulti da un po’ di tempo, siamo talvolta critici e prevenuti verso i ragazzi, osservando qualche fenomeno di costume non sempre edificante. É stata, pertanto, una gran sorpresa vedere una buona, spesso buonissima, capacità espressiva. E’ stata una piacevole rivelazione constatare che questi ragazzi, pur giovani, pur innamorati del web, pur lontani dalle nostre esperienze legate al ventesimo secolo, hanno qualità, competenza, forza immaginifica, cognizione di sé. Non di rado ho notato, nel leggere i manoscritti, la loro capacità di scendere nel profondo, nel variegato mondo interiore. Per poi risalirne con la luce dell’ispirazione.
Ho visto, o meglio, ho compreso come sanno percepire le sfaccettature emozionali, destrutturare e ristrutturare uno schema mentale, delineare una storia attraverso i passaggi della costruzione letteraria. Chi scrive sa che “il gioco” non è facile. Piuttosto, è facile perdersi, ripetersi, confondere le parti, oltre che esprimersi erroneamente. Aspetti, questi, risultati pressoché assenti. Si dirà che solo i migliori studenti hanno partecipato al concorso. Forse, ma non ne sono sicuro. Di fronte allo stimolo, vengono fuori “talenti” inaspettati. Quando ci sono le occasioni avvengono le trasformazioni o, semplicemente, si ha modo di rivelarsi. Ed è questo il ruolo degli adulti e della società: saper fornire stimoli ed occasioni. E i risultati non mancheranno.
A breve verrà indetta una seconda edizione del concorso letterario Opera Prima, forse esteso a più istituti scolastici, nell’augurio di avere una platea più grande di partecipanti e un numero maggiore di manoscritti. Siamo pronti per leggere ancora e tornare a stupirci. Piacevolmente.
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